Robin "The Queen" è la straniera più longeva nelle Pantere: «Qui a Conegliano tutto è speciale»

La pantera Robin The Queen intervistata sull'esperienza a Conegliano
CONEGLIANO - Imoco rinnovata, certo, ma le colonne tecniche ed emotive dei recenti (e non) successi della Prosecco Doc sono rimaste: Moki De Gennaro, Asia Wolosz e Robin De...

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CONEGLIANO - Imoco rinnovata, certo, ma le colonne tecniche ed emotive dei recenti (e non) successi della Prosecco Doc sono rimaste: Moki De Gennaro, Asia Wolosz e Robin De Kruijf, ormai vere e proprie bandiere di Conegliano. La regina in particolare affronterà la settima stagione con i colori gialloblu, ma con le motivazioni del primo giorno. Con la maglia delle pantere Robin ha conquistato 4 scudetti, 1 mondiale per club, 1 Champions League, 3 Coppe Italia e 5 Supercoppe, con l'obiettivo di arricchire ulteriormente il palmares di squadra e personale già in questa stagione. Nata a Nieuweigen, De Kruijf con il rinnovo di questa estate è diventata la straniera più longeva nella storia della Prosecco Doc, oltre ad essere la terza giocatrice per numero di presenze complessive. Una conferma vitale, a livello tecnico e di spogliatoio, come confermato in più occasioni dallo staff di Conegliano. «Non avrei mai detto che sarei rimasta qui così a lungo - ammette Robin - ho sempre detto e pensato che due anni nello stesso posto fossero il massimo prima di cambiare maglia, eppure eccomi qua (ride, ndr)».


In questa fase della preparazione uno dei tanti compiti della centrale olandese è favorire l'impatto con l'ambiente Imoco di tutte le nuove arrivate, grazie alla conoscenza maturata in questi 6 anni di vittorie.
«Siamo un gruppo ridotto al momento, niente di nuovo con tutte le competizioni che ci sono durante l'estate ormai - spiega la campionessa dell'Imoco - questo è anche un bene perché magari non siamo nelle stesse condizioni delle ragazze che affronteranno il Mondiale, quindi avremo tempo per recuperare tutte la migliore condizione possibile ed essere pronte per l'inizio della stagione».
Allo stesso tempo in molti dicono potrebbe essere un problema l'amalgama a inizio stagione.
«Può essere, ma è difficile trovare una squadra che inizi il campionato al top, ci sono tanti fattori da analizzare. In questi anni i primi match raramente sono stati tra i migliori ecco. Penso che potremo sopperire con l'esperienza, gestendo questa situazione e crescendo di settimana in settimana per trovare la forma ideale».
Tanti volti nuovi.
«E' strano, perché era da anni che non succedeva. Ma lo sport è anche questo, arriva il momento di portare una ventata d'aria fresca, anche se ovviamente dispiace un po' dal lato umano per tutte le cose che ho condiviso con le ex compagne. Non ho dubbi che anche questo gruppo diventerà unito, tutte mi hanno fatto una bellissima impressione».
Quali le emozioni nel tornare qui per la settima estate consecutiva?
«Sono felice di essere ancora qua, ho tanta voglia di iniziare. C'è energia positiva nell'ambiente anche questo anno, e penso che la squadra sia davvero molto forte, con ragazze che faranno di tutto per vincere».
Sotto rete avrai quattro compagne di reparto giovani, tutte italiane. Un'occasione anche per loro di imparare da una maestra nel suo ruolo.
«Adesso devo concentrarmi per tornare ai miei standard, ma sono tutte ragazze molto talentuose e non penso abbiano bisogno di insegnamenti particolari da parte mia. Sono disposte a lavorare duro per arrivare al top il prima possibile, dal canto mio penso di poterle aiutare a conoscere il sistema di Daniele (Santarelli, ndr) e altri piccoli consigli per interpretarlo al meglio, di sicuro se sono arrivate a Conegliano un motivo c'è».
Cosa ti ha conquistata di Conegliano?
«L'affetto della gente in primis, è pieno di persone che mi salutano quando esco o magari mi chiedono una foto, e tutti lo fanno in maniera educata. La comunità di Conegliano è davvero legata a questa squadra, si identifica con questa squadra e questo rende tutto più speciale. Poi devo dire a livello geografico che essere a metà tra mare e montagna è un bel vantaggio, ci sono tante possibilità».
A proposito di rapporto con il pubblico, da dove è nato il soprannome The Queen, la regina?
«Sinceramente non ne ho idea, ma è nato già nella mia prima stagione al Palaverde. Forse per assonanza? Bisognerebbe chiederlo ai tifosi (ride, ndr)».
Sperando di avere la possibilità di vedere il Palaverde pieno tutto l'anno, senza più interruzioni.
«Magari. Il palazzetto è qualcosa di magico quando è pieno, i tifosi creano un'atmosfera stupenda. Tra le migliori che abbia visto nella mia carriera di sicuro».
Il ricordo più bello di questi 6 anni con la maglia della Prosecco Doc?
«La vittoria al Mondiale per Club contro il Vakifbank, ritengo sia il momento che ha consacrato questa società e ci ha proiettate tra le migliori squadre al mondo».
Il peggiore invece?

«Me ne vengono in mente due: il Mondiale per Club e la Champions League della passata stagione, le due sconfitte in finale contro il Vakif (rispettivamente 2-3 e 1-3 ad Ankara e Lubiana, ndr). Pensavamo di avere una grande opportunità in entrambi i casi per regalarci un'ultima soddisfazione tutte insieme e chiudere il cerchio con una grande vittoria, purtroppo non è andata così».

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Il Gazzettino