"Ciclone" Ghirelli. Il presidente della Lega Pro, non soddisfatto di come la politica abbia agito fino ad oggi sul provvedimento a favore del calcio dei Comuni...
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Parole crude, cariche di amarezza, che non lasciano spazio ad interpretazioni, ma che daranno vita sicuramente ad un'altra estate "torrida" per il movimento calcistico nazionale.
IL NODO DEFISCALIZZAZIONE
«In questi mesi - aggiunge Ghirelli - abbiamo lavorato, in silenzio e con rispetto. La defiscalizzazione che chiediamo per i club di Serie C, serve per fare questo: strutture, formazione, presidio territoriale per i giovani. Non un euro nelle tasche, ma investimenti. Gli investimenti produrranno interventi in infrastrutture che attireranno capitali (a partire da quelli dei proprietari dei club) e ciò consentirà ai club di innovare e avere luoghi per la formazione di giovani calciatori e quindi dare opportunità per l’avvio di una politica economico-finanziaria virtuosa che consenta di patrimonializzare. Evidenzio che le risorse che il fisco darà all’inizio serviranno a mettere in moto un volano di investimenti che poi torneranno al fisco stesso al termine e/o durante l’investimento. Vi sembra poco?».
SILENZIO ASSORDANTE
A tutt'oggi però, dall'altra parte della barricata, il governo non si è ancora espresso: silenzio assoluto o, per meglio dire, silenzio assordante che potrebbe nascondere un immobilismo tale da irretire ulteriormente una Lega che, come rimarca lo stesso Ghirelli non è giustificabile dinanzi ad una platea che, nei soli play off «ha coinvolto 300mila tifosi, oltre a portare una vera e propria rivoluzione nelle norme di iscrizione, gli interventi di adeguamento negli stadi, tantando di allontanare i banditi dalle proprietà ed introdurre gli investimenti per i giovani ed interventi per togliere i ragazzi dalle strade. Non interessa sostenere questo? Non interessa sostenere chi riforma e cambia? Bene: da oggi siamo in stato d'agitazione». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino