Gradisca d'Isonzo, 13 gen - L'azione della Regione per preservare il bene comune della terra, che un elevato numero di cittadini del Friuli Venezia Giulia utilizza al fine di...
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Organizzato dall'Amministrazione regionale assieme all'Istituto regionale per la ricerca sulle tecniche educative e formative (Irtef), l'evento aveva per tema 'L'utilizzo sostenibile dell'acqua nell'orticoltura e nell'agricoltura non professionali in Friuli Venezia Giulia'.
Da uno studio, reso noto dall'Irtef, realizzato nel 2010 e commissionato dalla Regione, nel Friuli Venezia Giulia il 47 per cento delle famiglie coltiva un piccolo orto, o alleva piccoli animali per scopi alimentari. Si tratta di 260 mila nuclei familiari, che corrispondono a circa 560 mila persone: poco meno della metà della popolazione dell'intera regione.
Un dato importante: evidenzia una realtà consistente, che ha comunque subito una contrazione rispetto al secolo scorso, in conseguenza dei cambiamenti sopravvenuti nella società, nelle abitudini, nello stile di vita delle persone.
E rappresenta l'incidenza che questo settore può avere sull'ambiente naturale.
Un uso corretto e consapevole delle risorse idriche può infatti concorrere a preservare la qualità dell'ambiente.
Da parte sua, la Regione ha predisposto il Piano delle acque.
Si tratta, è stato detto, di un piano di gestione che è stato adottato alla fine del 2017 dalla Giunta regionale, e attende ora il parere del Ministero dell'Ambiente per essere definitivamente approvato dall'Esecutivo.
E' uno strumento importante, che permetterà di valorizzare le risorse idriche.
Che prevede, nel contempo, un'attività di divulgazione e di sensibilizzazione quale quella che sta alla base dello studio dell'Irtes, e del convegno odierno.
E che va affiancato da un'azione di informazione e divulgazione sull'utilizzo di tecniche razionali e moderne di coltivazione e di fruizione delle acque.
Tecniche, atte a consentire di tenere aggiornati i cittadini sulle possibilità culturali, stimolando la consapevolezza sul valore della terra e del territorio, e a favorire l'attestazione della sensibilità su tali tematiche che certamente già anima gli stessi orticoltori e agricoltori non professionali.
Proprio attraverso questi cittadini, certamente già sensibili rispetto al valore della terra e del territorio, sarà così possibile trasmettere anche alle generazioni future comportamenti virtuosi, che possano a loro volta produrre effetti educativi ai fini del risparmio idrico.
Da parte sua, sulla base di queste risultanze e anche tenendo conto di quanto emerso nel convegno, la Regione sarà in grado di predisporre appropriate strategie nel breve e medio periodo, che si prefiggano lo scopo di rendere partecipi e protagonisti i cittadini nella implementazione di azioni innovative.
Per esempio, rispetto al recupero delle acque meteoriche per soddisfare alcuni bisogni idrici per uso domestico, e per fare fronte alle necessità irrigue dei giardini o per irrigare razionalmente gli orti. ARC/CM
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Il Gazzettino