«Vice procuratori decisivi: assumerli come in Austria»

«Vice procuratori decisivi: assumerli come in Austria»
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UDINE - «Senza l'opera dei magistrati onorari si rischierebbe la paralisi del sistema giustizia. Non possiamo renderli più precari degli stagisti. Frammentarne l'attività in modo che siano tantissimi e ciascuno lavori pochissimo non è per nulla funzionale».

Il procuratore capo di Udine Antonio De Nicolo, uno dei circa cento procuratori firmatari della lettera con cui il collega di Torino Armando Spataro aveva sollevato le preoccupazioni per la riforma della magistratura onoraria, l'unico del Nordest nella delegazione che il 15 febbraio incontrò a Roma il ministro Orlando, si spende ancora una volta a difesa degli onorari. E, in attesa del decreto delegato che dovrebbe essere licenziato entro fine maggio, rilancia una proposta di soluzione sul modello austriaco: incardinare gli onorari in una figura di assistenti magistrati, come funzionari interni agli uffici.
A Udine, calcola il procuratore De Nicolo, i 15 viceprocuratori onorari coprono una cinquantina di udienze al mese, di cui una decina da soli davanti ai giudici di pace e una quarantina al tribunale monocratico. Tra loro 9 sono inseriti anche nel gruppo di lavoro che conduce le indagini per i reati in materia di giudice di pace e tratta circa 3600 procedimenti penali l'anno. «Sollevano i togati da una mole di lavoro che ci consente di seguire le indagini in modo virtuoso».
Ecco perché, spiega, «l'interesse dell'ufficio è averne un numero adeguato, non gigantesco, che lavori al fianco dei magistrati togati e svolga con continuità le attività». «Spetta alla politica scegliere, ma una soluzione potrebbe essere quella vista in Procura a Klagenfurt dove i fascicoli meno impegnativi sono seguiti da funzionari incardinati nell'amministrazione», suggerisce De Nicolo che, dopo il parere tecnico dell'Anm, teme si sia «persa una buona occasione per combattere una battaglia accanto agli onorari. Anche rispetto alle rivendicazioni del personale amministrativo ne abbiamo condiviso tardivamente le lamentele, temo che con gli onorari, eseguendo valutazioni in maniera puramente tecnica, facciamo lo stesso errore prospettico».

Elena Viotto
© riproduzione riservata
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Il Gazzettino