Veneto Banca: 11 udienze in 3 mesi

Veneto Banca: 11 udienze in 3 mesi
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IN TRIBUNALE
TREVISO I giudici lo avevano annunciato nel corso della prima udienza: «Faremo il possibile per arrivare a una sentenza di primo grado». E ieri, nel corso della seconda, hanno definito il calendario del processo a carico di Vincenzo Consoli, l'ex amministratore delegato ed ex direttore generale di Veneto Banca, finito alla sbarra per rispondere delle accuse di aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza bancaria e falso in prospetto. A partire dal 3 maggio, ogni lunedì fino al 19 luglio nell'aula Assise del tribunale di Treviso (a cui si aggiungono le due aule intitolate a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino in videoconferenza, ndr) si riunirà il collegio per celebrare il processo a carico di Vincenzo Consoli. In pratica 11 udienze in meno di tre mesi.

L'ORGANIZZAZIONE
Non era mai accaduto prima. Un calendario così fitto, che impegnerà tre giudici ogni lunedì fino a fine luglio (il presidente Umberto Donà e i colleghi Alberto Fraccalvieri e Carlotta Brusegan, ndr), è stato studiato nel dettaglio per non intralciare il normale svolgimento dell'attività giudiziaria. «Siamo tenuti a farlo, è un dovere» ha sottolineato il giudice Donà. L'obiettivo dichiarato, come chiesto peraltro dal migliaio di azionisti e obbligazionisti che si è costituito parte civile, è quello di arrivare a un pronunciamento prima che scatti la prescrizione per tutti e tre i reati (il 26 ottobre si prescrive per primo l'aggiotaggio, il 25 dicembre per ultimo il falso in prospetto). Non sarà semplice. Anche perché la difesa di Consoli, rappresentata dall'avvocato Ermenegildo Costabile, ha predisposto una lista di 200 testimoni, molti dei quali in comune con quelli dell'accusa che si è limitata a una cinquantina. Spetterà ai giudici stabilire se ammetterli tutti o se scremarli, anche nel corso del processo. Giudici che il 3 maggio prossimo scioglieranno anche la riserva sulle eccezioni preliminari presentate dall'avvocato Costabile che ieri, così come Consoli, non era presente in aula facendosi sostituire da una collega.
LE ECCEZIONI

Prima il pubblico ministero Massimo De Bortoli e poi, uno dopo l'altro, gli avvocati di parte civile, hanno chiesto alla corte di respingere le richieste della difesa. In primis quella di trasferire il procedimento penale a Trento per incompetenza funzionale: secondo la difesa di Consoli ci sarebbe un presunto conflitto in capo a due magistrati, un giudice di Venezia e un procuratore onorario di Treviso, che nel marzo 2016 risultavano essere in possesso di azioni di Veneto Banca. L'avvocato Costabile aveva poi puntato il dito contro l'indeterminatezza del capo d'imputazione su più fronti, a partire dal fatto che Consoli è considerato l'unico responsabile all'interno di un «meccanismo sistemico che parte da una singola filiale di Barletta e arriva fino ai server della Banca d'Italia». Si era soffermato sull'aumento di capitale che non è stato firmato da Consoli e che un tempo era imputato ad altri, poi archiviati. Aveva sottolineato la mancanza di specifici riferimenti alla divulgazione di notizie false, su cui si basa il reato di aggiotaggio. E infine aveva ribadito che nel falso in prospetto, perché si configuri, è richiesto il dolo specifico del profitto. Il 3 maggio si saprà se queste eccezioni verranno accolte o meno, e se dunque il processo potrà continuare spedito.
Giuliano Pavan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino