Tutto fermo fino al voto sulla Diciotti

Tutto fermo fino al voto sulla Diciotti
Difficile credere che il M5s possa piegarsi alla deadline di sette giorni imposta dalla Lega per forzare i tempi sulla devolution. La commissione bicamerale per il Federalismo ha...

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Difficile credere che il M5s possa piegarsi alla deadline di sette giorni imposta dalla Lega per forzare i tempi sulla devolution. La commissione bicamerale per il Federalismo ha già fissato per giovedì l'audizione per il ministro Stefani, nel corso della quale il Movimento metterà sul tavolo le proprie perplessità. E si insisterà su quanto ha già messo in chiaro Roberto Fico, seguito a ruota da Luigi Di Maio: no a ratifiche come pretende la Lega, l'intesa sull'autonomia dev'essere emendata in Parlamento. L'idea è insomma quella di navigare con cautela e fermezza. Fino a fine marzo, quando il Senato deciderà sull'autorizzazione a procedere per Salvini, il M5s sente di avere il coltello dalla parte del manico. Con il risultato che l'autonomia del Nord rischia di ingolfarsi, e di valicare persino il confine delle Europee di fine maggio. Il cambio di rotta è arrivato dopo la mazzata in Abruzzo. «Sino ad allora raccontano fonti parlamentari a prevalere era stata la linea settentrionalista di Davide Casaleggio. Ma adesso è diverso. Luigi sa che se non reagisce a certe forzature, il Sud gli volterà le spalle».

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Il Gazzettino