Tubercolosi a scuola, scatta la profilassi

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STATO D'ALLERTA
UDINE Un caso di tubercolosi è stato segnalato dal Dipartimento di prevenzione dell'azienda sanitaria all'istituto di formazione Enaip di Pasian di Prato. Ad ammalarsi è stato un allievo che frequenta un corso dell'obbligo per conseguire una qualifica professionale. Il ragazzo, che ha un'età compresa tra i 14 e i 18 anni, è stato accolto all'ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine ed è qui che i medici gli hanno diagnosticato l'infezione. A quel punto, come da protocollo, è stata informata la scuola. I vertici dell'Enaip di Pasian di Prato non erano al corrente che uno dei loro studenti fosse affetto da tubercolosi, molto probabilmente perché il ragazzo si era assentato dalle lezioni ai primi sintomi della malattia.

LE MISURE
La comunicazione all'istituto formativo è arrivata martedì scorso e sono scattate le misure preventive. L'Enaip ha fatto sapere che il caso interessa, in questa prima fase, solo una classe. Saranno quindi sottoposti agli esami gli alunni e gli insegnanti di un piccolo gruppo della popolazione scolastica, per escludere il contagio. Preoccupazione? No. «Il caso viene gestito in piena sicurezza e in completo accordo tra la dirigenza dell'istituto e il Dipartimento di prevenzione» riferiscono i funzionari.
Del caso di tubercolosi sono stati informati, già nella giornata di mercoledì, tutti i genitori degli alunni e tutti i professori, oltre al personale non docente. È stato anche organizzato un incontro, che si terrà all'Enaip la prossima settimana, dove chi ha delle perplessità o dei timori riguardo la malattia e la sua contagiosità, potrà ottenere ogni chiarimento.
LE CAUSE
«L'incidenza della tubercolosi è in lieve incremento in Friuli dal 2016, in base agli ultimi dati certi registrati, rispetto a una sostanziale stabilità nel decennio precedente - spiega Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive di Udine -; si passa infatti 5-6 casi per 100mila abitanti a 8-9 casi. La tubercolosi non è mai scomparsa: la sua resistenza è legata a vari fattori tra cui l'aumento della vita media, che espone più persone a contrarre la patologia per una naturale diminuzione delle difese immunitarie, e all'immigrazione, cioè alla presenza di stranieri che arrivano da Paesi a più alta incidenza della malattia. Poi ci sono pazienti con tumori, Aids o trapiantati che sono maggiormente esposti. Non ultimo i viaggi all'estero che possono far entrare in contatto con l'infezione. A Udine ci sono tra i 20 e i 30 casi all'anno. È comunque una malattia da cui si guarisce completamente anche se la terapia è lunga e può arrivare fino a 12 mesi».
NESSUNA PAURA

«La Tbc fa paura, oggi, perché si pensa al secolo scorso quando la malattia era legata alla miseria, alla povertà; nell'immaginario la parola tubercolosi riporta alla mente persone magre, che morivano di stenti. Oggi non è più così e altre patologie preoccupano maggiormente i medici, tra cui il morbillo, per fare un esempio. La struttura sanitaria è perfettamente in grado di gestire questa vecchia e nota infezione».
Paola Treppo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino