PADOVA - Flavio Tosi rilancia la palla al Consiglio Federale della Lega Nord facendo approvare a maggioranza (12 sì, 3 no, quelli di Paternoster, Coin e Paro; a metà febbraio...
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Non c'è, da parte di Tosi, il gesto forte di rottura («non ho deciso di lasciare il partito» aveva detto nel pomeriggio) nè la sfida aperta, plateale, al Federale anche perchè entrambe costituiscono per lui in questo momento un grosso azzardo anche perchè, al di là dei voti in Consiglio nazionale, sa bene che non sono molti i leghisti disposti a seguirlo in avventure centriste fuori dal Carroccio. E che i sondaggi più recenti dicono che Luca Zaia può vincere anche se lui si candida contro: sarebbe la fine politica di Tosi. «Se si ristabiliscono le regole interne, ovverosia che è la Liga Veneta che fa liste e alleanze - precisa il segretario della Liga - il problema è già risolto. Adesso riferirò a Salvini l'esito, siamo rimasti intesi così».
Sul piano tecnico, la presa di posizione del Nazionale ha ben poche probabilità di essere accolta perchè le direttive del Federale sono di grado gerarchico superiore. Quindi le possibilità che nella riunione di lunedì prossimo ottenga udienza sono ridotte.
Sul piano politico è un altro discorso: c'è chi legge nei toni e nelle sfumature delle decisioni prese ieri sera l'inizio di un tentativo, da parte di Tosi, di rientrare in partita. Dopo il ceffone che gli ha affibbiato il Federale, lunedì scorso, il sindaco di Verona prova a vedere che tipo di segnale arriva adesso. Dozzo, ad esempio, al di là dei modi da mediatore con cui intende portare avanti il suo incarico di commissario, vede «spazi possibili di ricucitura, stasera è stato un incontro civile, io ho fatto un invito a fare il bene del movimento».
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Il Gazzettino