Thetis, rinviata la paga per 116 dipendenti

Thetis, rinviata la paga per 116 dipendenti
LA GRANDE OPERAVENEZIA Per il terzo mese consecutivo il Consorzio Venezia nuova ha avvertito i lavoratori di Thetis che posticiperà l'erogazione degli stipendi di aprile. ...

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LA GRANDE OPERA
VENEZIA Per il terzo mese consecutivo il Consorzio Venezia nuova ha avvertito i lavoratori di Thetis che posticiperà l'erogazione degli stipendi di aprile.

In un momento in cui, da più fronti, si preme per il completamento del Mose, dall'interno della struttura che lo deve realizzare emergono segnali preoccupanti. E le rappresentanze sindacali unitarie lanciano un appello a Comune, Regione (che pure detengono delle partecipazioni) e a tutte le istituzioni coivolte, «perché intervengano definitivamente e velocemente a risolvere una situazione, quella creata dai Commissari del Consorzio Venezia Nuova, asfittica e pericolosa per i lavoratori e per l'intera città».
SENZA STIPENDI
Thetis, in una città come Venezia che si è riscoperta dipendente dal turismo per la sua sopravvivenza economica, rappresenta un unicum per le alte competenze ingegneristiche nella galassia del Consorzio Venezia Nuova. Eppure i 116 dipendenti sono in cassa integrazione a rotazione da più di due settimane. «A causa degli ormai cronici ritardi di pagamento da parte del socio di maggioranza commissariato, il Cvn, Thetis non solo ha problemi a pagare gli stipendi sottolineano le rsu - ma ha dovuto rallentare vistosamente le attività operative non potendo più pagare con regolarità i propri fornitori. Attività che riguardano non solo settori tecnici importanti legati al Sistema Mose, ma anche le attività di ingegneria ambientale e civile, quelle nei laboratori ambientali legati anche al disinquinamento della Laguna di Venezia nonché tutti i progetti diffusi e complementari che interessano la salvaguardia della città e che coinvolgono anche gli interventi di compensazione ambientale legati al Sistema Mose (Piano Europa)».
I sindacati insomma denunciano il sistema «messo in piedi dai Commissari del Cvn che fa acqua da tutte le parti e non dà garanzie per il futuro, senza strategia imprenditoriale, dove tutto procede a rilento» con l'assunzione di decine di consulenti, con l'umiliazione e la demotivazione di lavoratori dalle professionalità tecniche e scientifiche».
SCONTRO POLITICO
Intanto il Mose diventa una sempre più frequente arena per lo scontro politico all'interno della maggioranza di Governo. A una sola settimana di distanza dalla bordata contro il Provveditorato alle Opere pubbliche, il Movimento Cinque stelle ora si scaglia anche contro il supercommissario Elisabetta Spitz, «decisa e nominata dal ministro De Micheli del Pd» si sottolinea in una nota che pare quasi prendere le distanze dei pentastellati dalla nomina - il cui nome viene avvicinato ai costi sul «nuovo progetto di messa in sicurezza di Piazza San Marco, che vanno a sommarsi ai costi dei progetti degli anni Novanta rimasti in un cassetto».

E quindi la soluzione prospettata dai 5 Stelle, capeggiati dalla senatrice Orietta Vanin, è «la nomina a terzo commissario di un autorevole rappresentante delle forze dell'ordine, come già chiesto sulla scorta dell'esperienza dei Commissari nominati da Anac e quindi dal Ministero dell'Interno, che si sono dimostrati, nei fatti, una barriera impermeabile alle illegalità e hanno contribuito in maniera determinante all'abbattimento dei costi delle opere (come appunto quelle per la tutela di Piazza San Marco)». Vanin promette un'interrogazione parlamentare e una richiesta di audizione in commissione. Posizione diametralmente opposta a quella del Pd, il cui esponente veneziano Nicola Pellicani ha invece invocato un'audizione per prendere atto della «fallimentare esperienza del commissariamento del consorzio Venezia Nuova».
Raffaella Vittadello
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Il Gazzettino