Per oltre tre anni sarebbe stata costretta a subire le violenze dello zio senza mai riuscire a confessare quegli abusi. Alla vigilia della cresima, scrivendo un tema per la...
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Il 30enne, difeso dagli avvocati Alessandro e Pierluigi Riondato, dall'inizio dell'inchiesta ha sempre respinto le accuse: nell'udienza preliminare, per avere la possibilità di dimostrare la propria innocenza a processo, ha infatti deciso di non optare per alcun rito alternativo, rinunciando, in caso di condanna, a uno sconto di un terzo della pena. Gli inquirenti però sono convinti della veridicità del racconto della ragazza, che insieme alla madre si è costituita parte civile con l'assistenza dell'avvocato Simone Guglielmin. L'impianto accusatorio venne cristallizzato nell'incidente probatorio quando la ragazzina ripercorse gli anni di abusi che sarebbe stata costretta a subire.
Il processo, che per la delicatezza del contesto si celebra a porte chiuse, ieri ha vissuto le prime schermaglie davanti ai giudici del Tribunale. In aula sono sfilati i primi testimoni tra cui la madre della vittima (nonché sorella dell'imputato), il parroco da cui è partita l'indagine, una delle maestre con cui si sarebbe in seguito confidata la ragazzina e una sua amichetta. Testimonianze che dovranno essere valutate nel corso del procedimento penale per capire se il 30enne sia colpevole o meno.
la violenza sessuale è venuta alla luce poco più di due anni fa. La ragazzina si stava preparando ad assumere il sacramento della cresima quando, dopo anni di silenzio, ha deciso di mettere nero su bianco quello che aveva taciuto per troppo tempo. In un tema assegnato dal parroco la giovanissima ha descritto le violenze che aveva subito dallo zio. Abusi iniziati nel 2006 e continuati fino al 2009. Rapporti completi, almeno tre, ma non solo. Quel tema, consegnato nelle mani del parroco, ha sconvolto il religioso che non ha potuto far altro che parlarne con il vescovo per capire cosa fare. Il risultato è che il prete, su consiglio del suo superiore, ha avvisato i carabinieri, facendo finire sotto inchiesta il 30enne. Poi la magistratura ha fatto il resto, sentendo la vittima nel corso di un incidente probatorio e definendo l'impianto accusatorio nei confronti dello zio della piccola. Il processo è soltanto all'inizio e l'uomo, che si professa innocente, dovrà tornare di fronte ai giudici ad aprile.
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Il Gazzettino