Taschin (Coni): «Più gioco di squadra»

Taschin (Coni): «Più gioco di squadra»
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(F.Cam.) «Una classifica che offre importanti spunti di riflessione e che ci sprona a lavorare per cercare di raggiungere obiettivi alla nostra portata: il Polesine può e deve giocare la propria partita tenendo conto dei propri limiti e delle proprie potenzialità». Il presidente provinciale del Coni Lucio Taschin dà la sua lettura della classifica dell'indice di sportività delle province italiane, curata dal Gruppo Clas per Il Sole 24 Ore che vede Rovigo in 83esima posizione, maglia nera del Veneto, analizzandone aspetti di positività e negatività.

«E' evidente spiega che pesi il non avere sport professionistico di alto livello, eccezion fatta per il rugby. Una diretta conseguenza di un tessuto imprenditoriale meno forte rispetto ad altre realtà e con rari casi di mecenatismo. Anche dal punto di vista delle infrastrutture c'è un gap difficile da colmare visto il quadro economico. Ci sono limiti oggettivi di cui bisogna tenere conto, è un'utopia pensare di poter competere con città che ospitano il derby Milan-Inter». Ma, per il numero uno del Comitato olimpico polesano, dalla ricerca emergono anche risultati che sono una buona base di partenza: «La vivacità sul fronte delle squadre dilettantistiche, con il quarto posto nazionale, dimostra una certa vivacità. Bisogna capire cosa e come si può fare per raggiungere obiettivi alla nostra portata che ci permettano di fare uno scatto in avanti». Fondamentale, per Taschin, è il gioco di squadra: considerando tutti questi fattori, è evidente la necessità di attivare sinergie in modo da offrire una proposta sportiva che sia moderna e innovativa. Imprescindibili, però, sono gli impianti: per andare a messa, servono le chiese. Bisogna che Comuni, Regione e Fondazione remino tutti dalla stessa parte per far sì che anche in questo campo ci siano investimenti in prospettiva. Anche la scuola deve fare la propria parte. Tutti sono d'accordo nel riconoscere l'importanza fondamentale dello sport, ma molti si dimenticano che tutto si regge soprattutto sulle spalle di migliaia di volontari».
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Il Gazzettino