Tamponi, a Udine il metodo speedy

Tamponi, a Udine il metodo speedy
LE ANALISIUDINE Oltre 2.100 tamponi analizzati giovedì nei laboratori dell'Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale, un dato analogo anche ieri, alla vigilia di...

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LE ANALISI
UDINE Oltre 2.100 tamponi analizzati giovedì nei laboratori dell'Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale, un dato analogo anche ieri, alla vigilia di Ferragosto. E il numero è destinato a salire, visto che allo screening normale (ospiti e dipendenti delle case di riposo e personale sanitario) si sono aggiunti i profughi, che sono sempre di più, e ora si stanno aggiungendo i vacanzieri di ritorno dai Paesi ritenuti a rischio (fra cui la vicina Croazia) entrati nell'ordinanza firmata dal ministro Speranza, che impone a chi rientra di farsi il test entro 48 ore. La strategia? Programmazione e decentramento, le due parole d'ordine del direttore generale dell'AsuFc Massimo Braganti e dell'assessore Riccardo Riccardi. Ovvero, un piano di tamponi a scaglioni, per quel che è fuori emergenza (come le case di riposo), che permetterà anche di ottimizzare il metodo di analisi in pool che consente di analizzare fino a 8 campioni alla volta. E poi punti di prelievo diffusi sul territorio per i tamponi come in altre regioni. Riccardi spiega che «ci stiamo pensando».

IL PIANO

Per evitare di congestionare Udine, che ieri è stata presa d'assalto, «mi sto attrezzando per decentrare i punti di prelievo rispetto alla situazione attuale e per organizzare meglio la sorveglianza, per evitare l'iperafflusso in pochi punti. Lo stavamo facendo già prima dell'ordinanza», spiega Braganti. Saranno utilizzati i dipartimenti delle ex Aziende della Bassa e della Carnia? «Dobbiamo vedere che tipo di offerta riusciamo a mettere in piedi. Potrebbe essere, ma dobbiamo fare un confronto con i responsabili dei dipartimenti e dei distretti per vedere che offerta migliorativa possiamo proporre. Ci stiamo preparando a lunedì». Quando, dopo Ferragosto e con l'ondata di rientri, visto quanto accaduto ieri, è presumibile uno tsunami di vacanzieri su Udine. Giovedì il laboratorio dell'AsuFc ha analizzato «poco più di 2.100 campioni - dice Braganti - e oggi (ieri ndr) siamo sulla stessa falsariga. La prossima settimana vedremo di organizzarci meglio, cercando di coinvolgere le case di riposo. Stanno mettendo a punto una tecnica ulteriormente innovativa: la stanno affinando, ma serve programmazione». E si spiega: «Anziché avere un'ondata di mille esami come accaduto giovedì pomeriggio quando fra sette e nove case di riposo hanno portato i loro campioni tutti insieme, bisogna evitare il sovraccarico per l'attività non di emergenza. Siccome ci sono delle finestre entro cui fare delle verifiche su ospiti e dipendenti delle case di riposo, per esempio, cercheremo di scaglionare gli esami». L'obiettivo è velocizzare il ritmo di analisi: «Oggi ci stiamo attestando oltre i duemila campioni al giorno, la potenzialità è di aumentare anche del 50 per cento se non di più. Ma per far questo sarebbe bene avere almeno un 80% di programmato. In questo modo si liberano tempo e professionisti e si possono raggiungere numeri anche importanti. Altrimenti, con l'emergenza questa chance la perdiamo. Avevamo già cominciato a lavorarci, con il boom dei rientri l'urgenza diventa ancora più stringente». Il direttore del dipartimento di Medicina di Laboratorio Francesco Curcio chiarisce che (come accaduto anche in Veneto), «abbiamo messo a punto un metodo per analizzare un pool di campioni come si fa in medicina trasfusionale. Così possiamo analizzare 8 campioni per volta: abbiamo una sensibilità elevatissima. Riusciamo a trovare anche 4 copie del gene target». In sostanza, si analizzano insieme i campioni di 8 persone diverse, «se uno dei pool dovesse risultare positivo, non si fa che testare individualmente gli 8 campioni». In linea ipotetica, se oggi se ne fanno 2.100 al giorno e anche solo metà venisse fatta in pool da 8, se ne macinerebbero migliaia. Ma all'AsuFc preferiscono andare prudenti, anche perché quei campioni vanno anche raccolti prima di essere analizzati. «L'idea è stata della professoressa Daniela Cesselli, poi la validazione è stata messa a punto da Catia Mio e dalla dottoressa Marcon, con il gruppo di Stefania Marzinotto (la Stefy della rivoluzione sui reagenti ndr)».
Camilla De Mori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino