Spazi insufficienti per l'Archivio di Stato

Spazi insufficienti per l'Archivio di Stato
A quattro anni dal trasloco forzato, Pordenone sta ancora aspettando di riabbracciare quella parte memoria storica dell'Archivio di Stato che nel marzo del 2013 fu temporaneamente...

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A quattro anni dal trasloco forzato, Pordenone sta ancora aspettando di riabbracciare quella parte memoria storica dell'Archivio di Stato che nel marzo del 2013 fu temporaneamente trasferita a Mestre. La parola fine alla lunga attesa dovrebbe arrivare nei prossimi mesi, quando verranno realizzati e conclusi i lavori che garantiranno un idoneo impianto di spegnimento e la resistenza ignifuga (grazie alla compartimentazione dei depositi) ai locali di via Montereale 7.

La soluzione di lasciare l'Archivio di Stato lì dove si trova risale a un paio di anni fa, quando il proprietario dell'immobile (l'Istituto per il sostentamento del clero) si disse disponibile ad accollarsi i costi dei lavori di adeguamento. Ma di mezzo c'è un complicato iter burocratico: dalla formalizzazione dell'accordo al via libera da parte del Demanio. Una procedura che già aveva rallentato le precedenti ricerche di nuova sede che si erano risolte in un nulla di fatto. «Ci vogliono tempi tecnici che sappiamo essere lunghi, ma che sono pensati per pesare il meno possibile sulle casse dello Stato», spiega Francesca Frugoni, direttrice dell'Archivio di Stato di Pordenone.
Il nulla osta del Demanio si basa sulla valutazione dei lavori necessari a mettere a norma il deposito, dopo aver verificato che sul territorio non siano presenti sedi alternative in edifici pubblici. Una valutazione che nel caso pordenonese è stata ripetuta più volte negli ultimi anni: «Le banche dati vengono aggiornate annualmente, soprattutto se si considera quanto è cambiato il quadro in Fvg col passaggio dalla Provincia alla Regione», conclude Frugoni. Per ottenere il parere positivo demaniale ci è voluto quasi un anno. Solo dopo il nulla osta il proprietario dell'immobile ha potuto procedere alla seconda fase, quella della progettazione dei lavori, che sta per concludersi e permetterà di aprire il cantiere e realizzare i lavori che metteranno al sicuro i due chilometri di metri lineari di faldoni che costituiscono l'Archivio di Stato di Pordenone.

In questi anni i fondi sono stati spezzettati. In via Montereale sono rimasti i deposti del Catasto che vengono consultati quotidianamente. Un terzo dei faldoni sono stati ospitati temporaneamente in un magazzino della Procura, mentre un terzo (in cui è compreso il fondo notarile, di grande valore per le ricerche storiche) è stato trasferito a Mestre dove però non è consultabile dal pubblico. Se da un lato l'Archivio di Stato potrà finalmente riunirsi in via Montereale, dall'altro gli spazi non consentiranno di accogliere nuovi fondi documentali.
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Il Gazzettino