Solo trenta su trecento sono diventati "rifugiati"

Solo trenta su trecento sono diventati "rifugiati"
(M.G.) Tutti i migranti attualmente ospitati in strutture, case accoglienza o appartamenti devono passare attraverso la Commissione territoriale per il riconoscimento della...

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(M.G.) Tutti i migranti attualmente ospitati in strutture, case accoglienza o appartamenti devono passare attraverso la Commissione territoriale per il riconoscimento della Protezione internazionale. Chi ottiene asilo ha diritto a un permesso di soggiorno che gli può permettere di cercare lavoro, avere la tessera sanitaria e attuare il ricongiungimento con la famiglia. Lo status si ottiene con un'istruttoria davanti a quattro funzionari: uno della Prefettura, uno del Comune, uno dell'Unhcr (l'alto commissariato dell'Onu) e uno della Polizia. Sono stati 300 da marzo a giugno gli immigrati esaminati attraverso colloqui e questionari. In media dai 6 agli 8 al giorno. Sembra facile ma non lo è. Tanto per cominciare ci vuole l'interprete e un pullmino della cooperativa che li preleva e li riporta.

Ebbene solo 30 hanno ottenuto lo status di rifugiato o di protezione sussidiaria (permesso per cinque anni) o di protezione umanitaria (permesso di due anni). È un dato in linea con quello che avevamo anticipato il 7 maggio, costante e altrettanto emblematico. Per lo "status" bisogna dimostrare che nel caso di "rifugiati" si fugge da una persecuzione per razza, etnica o religione. La protezione sussidiaria la ottiene invece chi rientrando in patria potrebbe essere in pericolo di morte. Quella umanitaria va a chi sfugge da guerre o catastrofi. La maggior parte sono state date a somali, siriani ed eritrei e a qualche nigeriano che viene dalla zona del nord.

E gli altri? Se non si fa ricorso entro 30 giorni, il profugo sarà espulso dal Prefetto. Ovvero per ordine del questore riceverà il solito foglietto che lo "invita" a lasciare l'Italia entro quindici giorni. Se non lo fa diventerà un "migrante economico" ovvero un clandestino. Viceversa se fa ricorso l'esecuzione sarà sospesa. Dunque resterà nelle strutture fino alla sentenza del tribunale competente, che è quello di Venezia. L eprime udienze sono fissate ad ottobre. Va da sè che nessuno uscirà dal Paese per molto tempo. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino