Sì, il muro fece scalpore ma lo rifarei pure adesso

Sì, il muro fece scalpore ma lo rifarei pure adesso
La cosa che mi colpiva di più di via Anelli, prima dello sgombero,...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
La cosa che mi colpiva di più di via Anelli, prima dello sgombero, erano i bambini che giocavano in cortile. Nigeriani, maghrebini, qualcuno italiano: bellissimi, vivacissimi, inconsapevoli della problematica dei sei edifici dove abitavano e quindi pieni di allegria. Sì, perché via Anelli è ricordata come luogo di degrado, e lo era. Lo spaccio faceva registrare una costante presenza di pusher e gli abitanti non ne potevano più. Ma era anche un piccolo universo: c'erano una cucina etnica, che vendeva cibi africani, o maghrebini, a pochissimi soldi; il barbiere e la parrucchiera molto economici; una moschea, povera, ma dignitosa. Molti residenti arrotondavano affittando la doccia a un euro, oppure un letto ai connazionali, sempre a poco. Gli appartamenti di 27 m² erano tuguri sporchissimi. I residenti non erano spacciatori, ma ai pusher vendevano droga lì perchè si potevano poi nascondere negli alloggi dei connazionali che non rifiutvano loro una fugace ospitalità. Ci siamo arrovellarti, assieme all'assessore Ruffini, ai membri dei comitati, ai dirigenti comunali, alle autorità come il Questore e il Prefetto, su come risolvere la situazione. Comprare tutte le palazzine occupate non era quella giusta in quanto bisognava comunque sistemare i residenti e poi molti proprietari non accettavano di vendere, o pretendevano una cifra spropositata. E per l'esproprio serviva una futura destinazione pubblica. L'idea fu di sigillare gli appartamenti con un'ordinanza per le condizioni igieniche inadeguate. Prima chiudemmo una palazzina con 30 appartamenti e con sotto un piccolo supermercato, dove collocammo la Moschea, spostando i residenti in case di edilizia economica. In 2 anni e mezzo riuscimmo a svuotare tutto, sbarrando porte e finestre. Grande clamore fece la questione del muro immaginato per rinchiudere gli immigrati in una specie di lager. In realtà, si trattava di una recinzione da ripristinare solo sul lato di via De Besi, chiesta dal questore Marangoni per contrastare lo spaccio. Mi fu proposto di usare delle lamiere e io, inconsapevole dell'effetto estetico, dissi di sì. L'aspetto di un muro fu evidente e se ne parlò in tutto il mondo. Fu una fatica inutile spiegare che non era un muro, ma una recinzione. Ma fu istruttivo. Mi chiedono se rifarei tutto: la risposta è sì. Ora i residenti saranno risarciti: pure questa è una cosa che mi dà molta soddisfazione.

Flavio Zanonato
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino