Scambiato per un rapinatore, scagionato dal Dna

Scambiato per un rapinatore, scagionato dal Dna
LA STORIAPORDENONE Eddy Yao Williams Atta, 22 anni, nato in Costa d'Avorio e residente a Pordenone, continuava a ripetere al suo avvocato che non era stato lui a rubare le...

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LA STORIA
PORDENONE Eddy Yao Williams Atta, 22 anni, nato in Costa d'Avorio e residente a Pordenone, continuava a ripetere al suo avvocato che non era stato lui a rubare le merendine al supermercato Maxi Family. Il furto si era trasformato in rapina perchè l'addetto alla cassa, che aveva visto la scena attraverso le telecamere, cercando di bloccare il ladro aveva perso l'equilibrio e scivolando si era procurato parecchie contusioni (cinque giorni di prognosi).

«Avvocato - sosteneva il giovane imputato - quel giorno ero con la mia fidanzata, non sono stato io». Aveva ragione. A scagionarlo è stata la prova del Dna. Il vero rapinatore, infatti, nella fuga aveva dimenticato un cappellino che la Polizia di Stato aveva sequestrato. Il giudice Alberto Rossi lo ha fatto recuperare e ha chiesto al biologo Pasquale Linarello, ex investigatore del Ris di Parma, di estrapolare eventuali tracce biologiche per cercare il Dna di Atta.
Nel cappellino c'era materiale in abbondanza: sudore, ma anche tracce epiteliali. Il 22enne si è sottoposto al prelievo della saliva durante un'udienza e ieri, all'esito della consulenza, ha incassato un'assoluzione per non aver commesso il fatto. Aveva detto la verità. Non era stato lui a rubare pochi euro di merendine Bauli al Maxi Family. Il Dna è stato individuato, ma non è il suo.
Era stata l'avvocato Eleonora Campanella a sollecitare al giudice Rossi una perizia antropometrica (il confronto con l'autore del furto, visibile nel filmato della videosorveglianza, e l'imputato) o il test del Dna. Atta, infatti, era stato identificato attraverso alcune fotografie. Una testimone aveva dato per certa l'identificazione, un secondo teste aveva manifestato dei dubbi. «Signor giudice - aveva detto - per me le persone di colore sono tutte uguali». A quel punto il magistrato ha deciso di contattare l'ex biologo del Ris e di risolvere il caso affidandosi a una prova scientifica che fosse inconfutabile.

Il giovane è stato assolto anche dall'accusa di ricettazione. Chi ha rubato le merendine, infatti, è scappato a piedi abbandonando davanti al supermercato una bicicletta. Era una Atala Esprit rubata a un pordenonese. Ma se il 22enne non è il rapinatore, non può essere nemmeno l'autore della ricettazione della bicicletta abbandonata da chi ha rubato le merendine. Lo stesso pm Maria Grazia Zaina ieri ha concluso per una sentenza di assoluzione.
C.A.
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Il Gazzettino