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ROMA Lupini, fasolari, cappelunghe e telline a rischio ancora una volta per colpa dei cambiamenti climatici. Scatta l'allarme dei pescatori per gli interventi di ripascimento aumentati negli ultimi dieci anni del 10 per cento. Un'impennata dovuta anche agli eventi meteorologici sempre più estremi che erodono le spiagge, come nel Veneziano a novembre. Un fenomeno che ha interessato oltre il 70 per cento del litorale italiano, dove è stata riportata la sabbia che va perduta per l'azione delle onde e delle correnti in mare.
«Dopo un ripascimento le specie che vivono più a ridosso della costa spariscono per due anni, tanto ci vuole perché si creino nuovi insediamenti», spiega Fedagripesca-Confcooperative nel fotografare il fenomeno.
L'ALLARME
Il Veneto è il polo di eccellenza per la pesca dei molluschi ed è proprio queste coste che in primavera si rifaranno il look dopo le mareggiate invernali. Nei prossimi mesi, spiega Fedagripesca, il mare diventerà un cantiere a cielo aperto dove recuperare milioni di metri cubi di sabbia da riversare sulle spiagge in vista della stagione balneare. Un po' quello che è stato fatto per le mareggiate che devastarono le coste nell'ottobre 2018 e in primavera del 2019. A preoccupare gli operatori del settore sono i prelievi massicci da dune sabbiose in mare dove sono presenti fauna e habitat importanti per l'ecosistema marino e per l'economia ittica; a questo si aggiungono le diverse opere infrastrutturali in programma in vista della nuova stagione turistica. «Ben vengano interventi a difesa dell'economa turistica», fanno sapere i consorzi di gestione di Chioggia e Venezia, «ma se non tengono conto dell'impatto sui sedimenti e sulla risorsa ci sarà la chiusura di centinaia di imprese».
A soffrire del mal da ripascimento è tutta l'Italia. Ogni volta che si interviene con spostamenti di sabbia la pesca ne risente, spiega l'associazione, perché la sabbia viene presa in mare dove c'è, spesso anche a largo, e non sempre è lo stesso tipo che si trova a ridosso della riva. Un danno che diventa doppio, conclude l'associazione, perché se da un lato con il ripascimento si distrugge temporaneamente l'habitat costiero di alcune specie, nelle aree dragate il fondale potrebbe essere modificato al punto da interferire con la pesca a strascico, compromettendone le reti.
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Il Gazzettino