ROMA - «Anche i territori montani devono partecipare al valore delle risorse idroelettriche». Il messaggio è stato lanciato martedì nell'incontro Idroelettrico e montagne...
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Le prospettive emerse per la montagna (Bellunese compreso) sono molto interessanti. Perché mettono i territori nella cabina di regia della gestione idroelettrica. Anche (o soprattutto) in termini di compartecipazione ai profitti. «Occorre riscrivere il patto tra i territori che generano l'acqua e i gestori che la trasformano in energia verde, per assicurare il diritto di opzione e la libertà di scelta nei territori di origine dell'idroelettrico, anche nell'ottica del pagamento dei servizi ecosistemici che sta entrando nella legislazione italiana» ha detto l'onorevole Enrico Borghi. «Chiederemo un incontro per definire le opportunità e la via politica per costruire un nuovo patto tra pubblico e privato, tra territori e concessionari, tra proprietari di impianti energetici e comunità».
Una road map condivisa dai vicepresidenti dell'intergruppo, i bellunesi Giovanni Piccoli e Roger De Menech.
«L'idroelettrico, i territori, il rinnovo delle concessioni devono essere al centro della nostra agenda politica italiana» ha detto Piccoli. «Serve qualità - ha ribadito De Menech - sia per le nuove concessioni sia per assegnare quelle in scadenza».
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Il Gazzettino