Ristoranti e alberghi chiusi mandano in crisi anche il settore della pesca

Ristoranti e alberghi chiusi mandano in crisi anche il settore della pesca
ECONOMIAMARANO LAGUNARE Anche il settore della pesca, così come tutta la catena del fresco, è in sofferenza. A Marano Lagunare, dove c'è il mercato ittico più grande della...

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ECONOMIA
MARANO LAGUNARE Anche il settore della pesca, così come tutta la catena del fresco, è in sofferenza. A Marano Lagunare, dove c'è il mercato ittico più grande della regione, la situazione è a dir poco difficile, «per certi versi tragica» spiega il sindaco Mauro Popesso. Ci sono ancora un paio di grossisti che ritirano il pesce fresco per lavorarlo e congelarlo, ma si stima già una riduzione del fatturato del 60%. L'emergenza da coronavirus è arrivata nel momento peggiore, a livello stagionale, per il comparto. In primavera infatti anche in mare l'attività riprende vigore con la stagione delle seppie, ma anche dei latterini e dei gamberi in laguna.

E poi c'è l'acquacoltura, che attendeva con ansia di poter ripartire dopo i gravi danni provocati dal maltempo dello scorso autunno quando ettari ed ettari di allevamenti di molluschi finirono danneggiati a causa delle mareggiate che colpirono pesantemente le valli della laguna.
SISTEMA SOTT'ACQUA
«A Marano Lagunare l'intera economia è basata proprio sulla filiera del pesce ricorda Popesso - dalla pesca ai ristoranti, la crisi si sente pesantemente». «Il 40% dei nostri pescherecci è fermo» racconta Riccardo Milocco, presidente della cooperativa pescatori San Vito, che conta 165 soci e 17 dipendenti. «Il pescato di maggior pregio, a cominciare dalle sogliole racconta Milocco è quello che ha risentito di più di questa crisi. Anche per i fasolari e i molluschi è un momento di difficoltà. Nei giorni scorsi gli impianti di depurazione, attraverso i quali i molluschi devono passare prima di essere immessi sul mercato, e che non dipendono da noi racconta ancora il presidente - hanno subito uno stop. Negli ultimi giorni c'è stata una timida riapertura, ma l'orizzonte è cupo. L'auspicio è che questa emergenza duri ancora per poco, e che arrivino, il prima possibile certezze su cassa integrazione e assegnazioni dei fondi, 100 milioni, stanziati dalla stato per l'agricoltura, settore di cui anche la pesca fa parte».
«Il settore ha subito un notevole calo delle vendite gli fa eco ancora Popesso causa naturalmente la chiusura imposta a ristoranti e strutture ricettive, che sono i principali clienti dei nostri pescatori; quel poco di positivo che rimane lo garantiscono un paio di grossisti che ritirano una parte del pescato per rilavorarlo e congelarlo così da non gettare alle ortiche tutto quanto. Anche per l'acquacoltura, che arrivava da un periodo non certo facile e che si trascina da alcun anni, questo stop non ci voleva proprio. Auspichiamo davvero che si mettano a disposizione della categoria tutti i strumenti di sostegno possibili come gli ammortizzatori sociali con la speranza che l'emergenza si concluda al più presto, per non arrivare pure a compromettere la stagione turistica estiva su cui la nostra comunità conta parecchio per rialzare la testa» conclude il sindaco.
LE RICHIESTE

Proroghe dei termini di pagamento, anticipi finanziari su canali ordinari, costituzione di fondi specifici e in generale accesso a una maggiore liquidità. Sono questi alcuni dei provvedimenti urgenti richiesti al Governo per il comparto da parte dell'assessore regionale alle Risorse agroalimentari, forestali e ittiche e alla montagna, Stefano Zannier. «Ho informato il tavolo di crisi di tutte le interlocuzioni avute con il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali e con le altre Regioni per la condivisione dei provvedimenti e delle proposte da avanzate al Governo» ha informato Zannier, specificando che «in generale, raccogliendo le istanze provenienti dalle imprese, abbiamo avanzato una forte richiesta di liquidità che non trova adeguata copertura nei provvedimenti nazionali».
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Il Gazzettino