Raccolti a rischio: «Cosa salvare?»

Raccolti a rischio: «Cosa salvare?»
«Campi secchi e raccolti da buttare». Quest'anno le previsioni per...

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«Campi secchi e raccolti da buttare». Quest'anno le previsioni per l'agricoltura sono nere. La colpa sta nell'assenza di piogge. Ormai manca l'acqua per irrigare i terreni. Il pensiero corre alle viti ma poi si estende a ogni tipo di coltura. «La situazione è drammatica. Siamo estremamente preoccupati lancia l'allarme Giuseppe Romano, presidente del consorzio di bonifica Piave che copre praticamente tutta la provincia alle condizioni attuali abbiamo non più di due mesi di autonomia. Forse meno. Potremmo andare avanti fino alla fine di maggio. Poi, se non pioverà, dovremo iniziare a dire agli agricoltori che non potremo dare loro l'acqua necessaria per irrigare i campi». Un rischio che non ha precedenti. Quella attuale è la peggiore siccità nella storia del consorzio Piave. Per precauzione l'ente di bonifica ha già congelato tutte le richieste per nuovi allacciamenti. La comunicazione ufficiale arriverà nel giro di una settimana. Di pari passo, Romano ha anche chiesto l'apertura di un tavolo di crisi in Regione per decidere come affrontare l'emergenza con l'Arpav, i gestori degli impianti in montagna, l'Enel e i rappresentanti del mondo dell'agricoltura. Per il momento, però, non sono arrivate risposte. «Serve una dichiarazione formale di emergenza che in questo momento non c'è spiega il presidente lo dico con molta brutalità: non si può capovolgere la situazione, ma si possono definire delle priorità per decidere cosa salvare e cosa no». Decidere, insomma, a quali colture garantire l'acqua e a quali no nel caso si arrivasse al punto di non ritorno. Uno spauracchio per gli agricoltori così come per l'intero sistema economico della Marca. «Noi non possiamo governare la situazione attuale: inizia ad arrivare una grande mole di richieste da parte degli agricoltori per l'irrigazione. E non possiamo dire di no. Ma poi come si farà? conclude Romano nessuno sembra parlare di questa emergenza. Invece bisogna intervenire in qualche modo per ridurre gli sprechi e guadagnare tempo nella speranza che arrivino le piogge. Altrimenti nel giro di poco non saremo più in grado di soddisfare le domande di irrigazione. Si prefigurano campi secchi e raccolti da gettare. Se le cose non cambiano, la previsione è questa. Non è mai successo nella storia del consorzio».

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Il Gazzettino