Quelle "99 meraviglie" che accendono i musei

Quelle "99 meraviglie" che accendono i musei
TREVISO - Chi l'ha detto che i Musei sono luoghi noiosi, zeppi di oggetti ammuffiti? Al contrario: custodiscono autentiche meraviglie, scheletri di sirene e basilischi, ossa di...

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TREVISO - Chi l'ha detto che i Musei sono luoghi noiosi, zeppi di oggetti ammuffiti? Al contrario: custodiscono autentiche meraviglie, scheletri di sirene e basilischi, ossa di giganteschi mammuth e statue in grado di piangere, ricordi di agenti segreti e mirabolanti carrozze western. Per scoprirne i segreti è stata pubblicata dall'editore vittoriese De Bastiani una insolita guida, "99 Meraviglie nel Veneto. Storie, oggetti e cose straordinarie raccolte nei musei". I testi sono di Laura Simeoni con il supporto nella ricerca di Michele Rigo e le illustrazioni di Giuseppe Muriglio. Sono 99 e non 100 perché l'ultima meraviglia potrà trovarla il lettore, scoprendo che tali cose straordinarie sono magari a pochi passi da casa. Nella provincia di Treviso la guida cita 20 strutture pubbliche e private: troviamo il Museo del Caffè aperto dalla Dersut a Conegliano e la raffinata Tipoteca di Cornuda con antiche macchine da stampa, musei dedicati ai bachi da seta e alle api (S. Giacomo di Veglia e Oderzo) e il Museo del ciclismo di Portobuffolè che conserva la canottiera intrisa del sangue e del sudore di Gino Bartali. Senza trascurare le meraviglie accolte a Santa Caterina, un tempo dimora dei Da Camino citati da Dante Alighieri, alle porte dell'antico quartiere templare di San Tommaso. Qui il sommo poeta soggiorno nella visita a Treviso, «dove Sile e Cagnan s'accompagna» e dov'è sepolto il figlio Pietro, nella chiesa di San Francesco. Santa Caterina custodisce reperti archelogici e ricostruzioni di focolari in cui cucinavano i Veneti antichi adoratori della dea Reitia, quadri e sculture di illustri artisti tra cui i nostri Gino Rossi e Arturo Martini ma anche il ciclo di affreschi salvato dall'abate Luigi Bailo, le Storie di sant'Orsola dipinte nel Trecento da Tomaso da Modena, scoperte nel 1883 a Santa Margherita sconsacrata e trasformata in stalla.

Lo spirito è quello descritto nell'introduzione: «Come sarebbe bello se, in ogni momento della nostra esistenza, conservassimo lo stupore bambino di fronte agli spettacoli della natura e alle creazioni dell'uomo». Ciò che più si avvicina nel mondo adulto a questo stato sospeso tra magia e realtà è la "Wunderkammer", parola tedesca che significa "Camera delle Meraviglie", gioia dei collezionisti di tutta Europa a partire dal Cinquecento. In queste stanze segrete, aperte solo in occasioni speciali per gli amici più intimi, tra scaffali, armadi e vetrinette oppure appesi ai soffitti di legno si potevano trovare tesori inestimabili e reperti curiosi, come scheletri di sirene e frammenti d'unicorno. Il testimone della "Meraviglia" oggi è passato ai Musei. E per sperimentare tutto ciò, in primavera alcune scuole saranno coinvolte in un progetto supportato dall'assessorato alla Cultura del Comune: i bambini per un giorno andranno alla scoperta delle meraviglie di Treviso e si trasformeranno poi in vivaci e curiose guide agli adulti che vorranno entrare nel Museo di Santa Caterina con occhi nuovi. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino