ROMA - Maggioranza spaccata, alla Camera, sul disegno di legge sulla prescrizione. E maggioranza divisa e ferma, al Senato, sulla corruzione. Il testo di riforma della...
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Per ora, c'é una spaccatura che, per la maggioranza, si registra anche al Senato, dove slitta l'esame del disegno di legge e, soprattutto, dove ci si è fermati sull'emendamento per il falso in bilancio che in tanti, dalle imprese alla politica, non sembrano volere fino in fondo. Da qui, lo stallo e il rimando dell'esame, che da tempo era previsto per oggi, alla settimana dal 17 al 19 marzo. Un rinvio che, secondo fonti Dem, sarebbe determinato anche dal fatto che si attenderebbe la formulazione definitiva del decreto sulla tenuità del fatto a cui l'emendamento dovrebbe fare riferimento.
Il ministro della Giustizia prova a tranquillizzare Ap. «L'esame del provvedimento è solo all'inizio, ma va salvaguardata una specificità dei termini di prescrizione per i reati di corruzione», avverte il Guardasigilli Andrea Orlando. Ma, intanto, la frattura c'è. E non è un caso se al termine della Commissione, il viceministro della Giustizia, Enrico Costa, Ncd, dica che «il testo in ula avrà dei correttivi». Sbotta la relatrice Sofia Ammoddio (Pd): «L'aumento della prescrizione si allunga fino a due anni dal primo al secondo grado e di un anno dal secondo grado fino alla Cassazione, insomma si può allungare fino a tre anni. Non ditemi che non è una conquista». E l'indice si punta contro Fi e Ap: «Non hanno voluto l'aumento per la corruzione». C'è poi la novità della sospensione, spiega la Ammoddio, visto che si sospende il decorso dei termini di prescrizione a partire da qualunque sentenza di condanna non definitiva, fino a due anni, e per tutti i reati.
Fermi tutti, invece, al Senato, sull'emendamento sul falso in bilancio che non è arrivato in Commissione «mentre è stato dato alla stampa» cosa che ha fatto andare su tutte le furie Fi, M5S, ma anche lo stesso capogruppo Pd in Commissione, Giuseppe Lumia. Le pressioni sono tante, gli interessi altrettanti e nessuno sembra avere interesse ad andare avanti. L'emendamento sul falso in bilancio è ora direttamente allo studio di Renzi, Boschi, Poletti e Guidi. Ci sono gli interessi delle imprese, che temono. E ci sono anche altri timori, come quelli del Pd per i propri componenti della Commissione giustizia al Senato che potrebbero votare in difformità dalla linea del partito. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino