Premi, camici bianchi contro infermieri: «A noi più soldi, abbiamo più responsabilità»

Premi, camici bianchi contro infermieri: «A noi più soldi, abbiamo più responsabilità»
LA DELIBERAVENEZIA Fra i sanitari-eroi dell'emergenza Covid è scontro sul riparto dei compensi aggiuntivi. La spaccatura emerge dalla delibera con cui la Giunta regionale, su...

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LA DELIBERA
VENEZIA Fra i sanitari-eroi dell'emergenza Covid è scontro sul riparto dei compensi aggiuntivi. La spaccatura emerge dalla delibera con cui la Giunta regionale, su proposta dell'assessore Manuela Lanzarin, ha quantificato la distribuzione dei 18 milioni di euro liquidati dal Governo e destinati al Veneto. I medici non hanno infatti condiviso l'idea di elargire i premi in base al numero dei dipendenti in campo, in quanto gli infermieri e gli operatori sociosanitari sono nettamente più numerosi e dunque drenano più fondi.

LE RISORSE
Già nel 2020 erano state utilizzate «specifiche risorse finalizzate all'obiettivo del riconoscimento dell'impegno profuso dal personale per far fronte all'emergenza Sars-Cov-2 e al ristoro dello stato di disagio conseguente alle condizioni di lavoro e alle misure organizzative adottate». Siccome il super-lavoro è continuato anche nel 2021, finendo per esaurire le disponibilità contrattuali per straordinari e indennità, la Regione ha deciso di ripetere l'operazione-ristoro, attingendo a due stanziamenti statali per complessivi 18.719.193 euro. Perciò gli uffici hanno convocato due incontri con le organizzazioni sindacali della dirigenza e del comparto dell'area Sanità, che si sono tenuti rispettivamente l'11 e il 12 ottobre scorsi, entrambi «finalizzati a condividere i criteri di ripartizione delle risorse tra le due aree contrattuali e tra le singole aziende e i criteri di destinazione dei benefici ai dipendenti».
I CRITERI
È qui che si è consumato lo strappo, come trapela adesso dalla delibera. I rappresentanti degli infermieri e degli oss hanno sottoscritto l'accordo con cui sono stati concordati gli indirizzi regionali, mentre quelli dei medici no. Testuale: «La maggior parte delle organizzazioni sindacali della Dirigenza dell'Area Sanità non ha invece ritenuto di aderire alla proposta di sottoscrizione di analogo verbale di confronto, ritenendo che il proposto criterio proporzionale di ripartizione delle risorse tra l'Area del Comparto e la Dirigenza dell'Area Sanità, che fa riferimento al personale in servizio nelle stesse aree alla data del 31 marzo 2021, non tenesse conto del diverso livello di responsabilità professionale dei dirigenti medici, veterinari e sanitari». Traduzione: i camici bianchi chiedono di non applicare il parametro numerico, che di per sé premia il comparto, senza tener conto dei diversi ruoli, rivendicando un peso maggiore.
LE CIFRE

Ma la Regione ha deciso di tirare dritto, confermando il metodo già seguito (e accettato) lo scorso anno, «in considerazione del fatto che le risorse messe a disposizione sono finalizzate a ristorare lo stato di disagio conseguente alle condizioni di lavoro e alle misure organizzative adottate e a premiare il grande impegno lavorativo del personale, indipendentemente dall'area e dal profilo di appartenenza». Di conseguenza è stato stabilito di ripartire i fondi tra le diverse aziende sanitarie e ospedaliere per l'80% sulla base del personale in servizio al 31 marzo 2021 e per il 20% sulla base dell'incidenza dei ricoveri Covid registrati fra gennaio e aprile. I risultati dei calcoli dicono che agli infermieri e agli oss andranno poco più di 15 milioni, mentre ai medici poco meno di 3 milioni. Per entrambe le categorie a ricevere più soldi saranno i dipendenti dell'Ulss 2 Marca Trevigiana, seguiti da quelli dell'Ulss 3 Serenissima e dell'Ulss 6 Euganea.
A.Pe.
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Il Gazzettino