Piano interventi una votazione a rischio per i consiglieri

Piano interventi una votazione a rischio per i consiglieri
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IL DIVIETO
TREVISO Uno degli atti centrali dei prossimi mesi, che sarà anche la decisione che stabilirà la linea futura dell'urbanizzazione di Treviso, sarà l'approvazione del Piano degli Interventi. Il progetto di come dovrà diventare sotto il profilo urbanistico la Treviso del futuro. Ma prima che il documento arrivi in consiglio comunale (potrebbe trattarsi di febbraio o marzo) una norma sta seminando il panico tra i consiglieri comunali. Costringendoli ad avere una visione cristallina del loro albero genealogico, fino al quarto grado di parentela.

Insieme a questo ogni consigliere dovrà essere dettagliatamente edotto sulle proprietà e i futuri acquisti di zii, cugini, nuore e affini. Perché se, putacaso, la consorte del fratello Gastone, ha deciso di rilevare un garage in San Francesco, il consigliere non potrà partecipare alle votazioni degli interventi di tutto il centro storico. Il documento in questione è l'art. 78 del Testo unico enti locali: una norma che definire stringente è un eufemismo e prescrive che il consigliere comunale debba autoescludersi dalle votazioni del piano degli interventi nelle zone in cui anche uno solo dei suoi parenti fino al quarto grado possieda una proprietà. E non stiamo parlando di terza casa o negozio extralusso, ma anche delle semplici mura domestiche.
SCONCERTO
Il testo dell'articolo, con allegata una scheda contenente lo schema del grado di parentela e affinità, è stata inviata ad ogni consigliere comunale trevigiano. Scatenando un'iradiddio. Tutti a sfogliare l'araldica, e fare telefonate compulsive a fratelli, genitori, figli, cugini e genitori per carpirne i movimenti immobiliari. Una faticaccia, insomma. La mail, inoltrata per competenza da Franco Rosi a tutti i componenti del consiglio comunale, ha suscitato un certo sconcerto. Insomma il presidente del consiglio come Torquemada? «Per carità!- risponde Franco Rosi- la mia funzione prevede che io informi con puntualità i consiglieri. Quanto inviato vuole essere un vademecum e uno strumento di supporto. Non sono certo io a volere questo, ma la norma». I consiglieri sarebbero comunque in teoria passibili di denuncia se votassero una trance di Piano degli Interventi relativa ad una tavola (una porzione del centro) in cui un parente fino al 4° grado ha una proprietà. Non è uno sproposito? «La trovo eccessivamente severa, in effetti. Ma tant'è. Per questo ho inserito uno specchietto coi gradi di parentela, perché si regolino meglio».

Elena Filini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino