Nuovo ospedale, Boron: «Fuori dalla città»

Nuovo ospedale, Boron: «Fuori dalla città»
PALAZZO MORONIPADOVA Arriva questa sera in consiglio comunale la mozione sul nuovo ospedale, ma il presidente della commissione regionale Sanità Fabrizio Boron non sembra essere...

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PALAZZO MORONI
PADOVA Arriva questa sera in consiglio comunale la mozione sul nuovo ospedale, ma il presidente della commissione regionale Sanità Fabrizio Boron non sembra essere per nulla ottimista: «A questo punto è più che probabile che la struttura trovi posto fuori città». Torna, dunque, a infiammarsi il dibattito sul nuovo polo ospedaliero. A gettare benzina sul fuoco hanno provveduto ieri le parole del sindaco Sergio Giordani: «Il Comune non è intenzionato a regalare alla Regione le aree di San Lazzaro. Non possiamo permetterci di rinunciare a 10 milioni di euro». Questo, in sintesi, il ragionamento del primo cittadino che, di fatto mette uno stop all'operazione che stava alla base dell'operazione Padova est.

Una presa di posizione che ieri ha fatto salire sugli scudi Boron, da sempre in prima fila in favore del progetto promosso dall'ex sindaco Massimo Bitonci: «Se si pensa che dare un terreno pubblico per l'opera più importante dei prossimi vent'anni a Padova sia cedere i terreni gratis e non fare un investimento per la città, per la sanità padovana e veneta e per la Scuola di Medicina padovana, non si è capito nulla. A questo punto guardarsi attorno non è solo una possibilità, ma una necessità».
Insomma, il messaggio che arriva dalla Regione a palazzo Moroni, più chiaro non potrebbe essere: se l'amministrazione comunale non ci concede gratis i terreni, noi l'ospedale lo facciamo in un altro Comune della provincia. «Definire gratuito un investimento di diverse centinaia di milioni di euro, è un ragionamento così elevato che stento a starci dietro» ha fatto da sponda a Boron , sempre ieri, il consigliere della lista Bitonci Enrico Turrin. Questa sera, intanto, all'ultimo punto all'ordine del giorno del consiglio comunale,è stata inserita la mozione che vede come primo firmatario proprio Bitonci, sull'accordo di programma per la realizzazione del nuovo polo della salute-policlinico di Padova. Il fatto che, il dispositivo si finito in fondo alla lista e che, di conseguenza, rischi di saltare, agita, e non poco, il centrodestra. A farsi portavoce di questo malessere è direttamente l'ex primo cittadino.
«Vorrei formulare un sincero grazie da parte dei padovani, per aver messo la nostra mozione sul nuovo polo delle salute, all'ultimo posto all'ordine del giorno. Evidentemente, la paura fa novanta» commenta ironico Bitonci. La butta sul letterario il capogruppo della lista Bitonci Matteo Cavatton: «Nonostante le nostre reiterate richieste, la discussione sul nuovo ospedale di Padova è stata inserita all'ultimo punto, come la mozione sullo stipendio del Portavoce. Democrazia vo' cercando ch'e'si' cara». «Noi non abbiamo nessun timore a discutere questa mozione - ribatte il consigliere Dem Nereo Tiso - La nostra posizione sull'ospedale è chiarissima. Di conseguenza non ci spaventa ripetere quello che andiamo dicendo dall'inizio della campagna elettorale». «L'ordine del giorno, a maggioranza lo decidono i capigruppo - continua l'esponente del Pd - se si è deciso di procedere in questo modo, significa che c'è una ragione. In tutti i casi, se il dispositivo è stato messo in discussione, significa che c'è la volontà di dibattere dell'argomento in aula».

Sulla stessa lunghezza d'onda anche il capogruppo di Area civica Antonio Foresta: «Questi signori, nonostante siano passati quattro mesi, non hanno capito una cosa: loro sono all'opposizione. Da sempre l'ordine del giorno viene approvato a maggioranza, di conseguenza stento a capire le loro proteste». «Come se non bastasse continua l'esponente centrista in attesa di essere discusse c'erano 14 mozioni nostre e 3 loro. Anche per questo, non si comprendono le proteste per essere finiti in fondo alla lista. In tutti i casi, la nostra posizione sul nuovo ospedale rimane sempre la stessa. Si può anche discuterne in consiglio, ma la maggioranza continua a punta al nuovo su vecchio in vista Giustiniani».
Alberto Rodighiero
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Il Gazzettino