Tutti in corsa per Palazzo Piloni. A meno di quaranta giorni dalle elezioni della nuova Provincia, i nomi dei papabili raddoppiano. Mentre il Pd è occupato in una «guerra»...
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L'identikit del futuro presidente della Provincia cambia con il passare delle ore. Fino a qualche giorno fa era donna, giovane, ma con un'esperienza politica già di spessore. E, ovviamente, gravitante nell'area Pd. Vania Malacarne, sindaco di Lamon, sarebbe l'espressione della corrente democratica vicina a Roger De Menech e Sergio Reolon, e parrebbe (fino a ieri) avere l'appoggio di tutta la Valbelluna. Il Cadore e buona parte dell'Agordino appoggerebbero invece Alessandra Buzzo, sindaco di Santo Stefano di Cadore, sponsorizzata da Guido Trento e gradita al Bard. A sparigliare le carte in tavola arriva, neanche troppo a sorpresa, il nome di Jacopo Massaro. Il primo cittadino di Belluno si era chiamato fuori dai giochi, inizialmente. Adesso, però, dopo aver organizzato l'incontro con tutti i sindaci e le associazioni di categoria (in programma oggi pomeriggio), e dopo aver riportato la discussione provinciale sui temi forti del futuro del territorio, il suo nome riprende quota. E potrebbe mettere in difficoltà il Pd, sbaragliando il campo. Il vero fulmine nel ciel sereno del Partito Democratico è però il nome espresso dal centro-destra. Ieri Forza Italia avrebbe raggiunto un accordo con la Lega Nord per presentare un candidato da opporre alle proposte del Pd. E sarebbe stato fatto il nome di Roberto Padrin. Giovane, ma con esperienza, pacato e ben visto anche tra le fila del centro-sinistra, il sindaco di Longarone potrebbe essere il punto esclamativo tra i tanti interrogativi delle elezioni provinciali. E potrebbe attirare su di sè parte dei voti del Pd ancora incerto tra Buzzo e Malacarne. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino