Tondi, quadrati, leggeri, impattanti, slanciati, mastodontici: nelle piazze di Treviso è ufficialmente iniziata la guerra degli ombrelloni. E la contesa investe anche posti a...
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Inizia così una querelle tra l'assessore Michielan e la società Al Bacaro snc che gestisce non solo il baretto in piazza ma altri 3 esercizi commerciali (che presto diventeranno 5) fra il centro e Sant'Antonino. «L'assessore Michielan e Camolei cominciano a prenderci di mira, chiedendoci di togliere un ombrellone - confermano i titolari - prima ci dicono di togliere alcuni tavolini per facilitare il passaggio a un'auto di residenti e noi acconsentiamo, poi alla richiesta di liberarci di un ombrellone rispondiamo in maniera possibilista». Stanno infatti aprendo una cicchetteria a poche centinaia di metri e chiedono di poter spostare l'ombrellone lì. «La normativa infatti prescrive che non si possa posizionare un ombrellone nel lato opposto della strada a meno che non si tratti di zona Ztl o a bassa percorrenza. Ed è proprio il caso del nostro locale, che aprirà all'ex Fuori Corso, vicino alla Credem». Nel frattempo un'altra trattoria della piazza raddoppia i coperti fuori, posizionando un secondo ombrellone quadrato. «Purtroppo però - commentano - senza aver ottenuto il regolare consenso di nessuno. L'abbiamo fatto presente perché, a differenza del nostro, il secondo ombrellone era abusivo».
La disfida dell'ombra a quel punto si fa tosta. Perché Ca' Sugana, molto irritata, in una mail privata ai gestori del baretto fa capire che, se quel secondo ombrellone non sparisce, l'anno prossimo potrebbero cambiare le regole per la licenza. E a quel punto il gestore sbotta: «Mi pare che ci siano due pesi e due misure. Noi abbiamo il permesso regolare e vogliono farci sgomberare, gli altri erano del tutto abusivi. Non ce l'ho coi colleghi, dico solo che io ho speso ottomila euro per quell'attrezzatura, che ho chiesto permessi regolari inviando tutte le planimetrie. Se ora scoprono che deturpa la vista non posso andarci di mezzo io. Almeno mi avessero concesso la possibilità di spostarlo».
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Il Gazzettino