(T.C.) Campo San Luca, un tempo l'ufficio dei veneziani. «Se qualcuno chiede dov'è il mio studio - diceva l'architetto Paolo Bidorini - gli rispondo: il centro di campo San...
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«In questi ultimi anni ho perso molti clienti, perché i residenti sono in forte diminuzione, tuttavia siamo rimasti un punto di riferimento conosciuto in tutta la città per il tipo e la qualità del servizio offerto. Il laboratorio lavora molto alla realizzazione di stampati per agenzie e check-in turistici, ed anche questo è un segnale».
«Il campo stesso non si è trasformato solo socialmente - conclude Micoud - ma anche nei luoghi commerciali: c'era il negozio di elettricità, il pescivendolo, ma sono spariti a favore non della residenzialità ma del turismo, con attività dedicate al turista mordi e fuggi, che transita una sola volta. Quando un turista entra in negozio, di solito è per chiedere: scusi, sa dov'è un supermercato? È un turismo povero, da pochi euro, che alla città non lascia nulla, solo grandi disagi. Probabilmente in questo modo Venezia non è vissuta bene nemmeno dal visitatore, semplice pecora nel gregge, instradato verso le solite mète. È uso comune dire: rimpiango i vecchi tempi; io rimpiango i tempi recenti, basta dieci anni fa, quando ancora il campo era crogiolo della vita sociale ed economica della città».
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Il Gazzettino