«Niente più affari a San Luca»

Lunedì 14 Agosto 2017
«Niente più affari a San Luca»
(T.C.) Campo San Luca, un tempo l'ufficio dei veneziani. «Se qualcuno chiede dov'è il mio studio - diceva l'architetto Paolo Bidorini - gli rispondo: il centro di campo San Luca; è lì che incontro gente e parlo anche d'affari». «Il campo è il centro toponomastico di Venezia, ma non più quello effettivo e sociale - racconta Christian Micoud, titolare dell'omonima copisteria a San Luca, l'unica rimasta nel sestiere - gli studi professionali se ne sono andati, particolarmente quelli degli avvocati, che si sono trasferiti tutti a piazzale Roma, vicino alla cittadella della Giustizia. Anche la sede centrale della Cassa di Risparmio di Venezia è diventata una semplice filiale di Banca Intesa. Professionisti e maggiorenti non ci sono più; il campo ha perso la sua funzione di luogo di incontri, di confronti, di discussioni veneziane tra la classe dirigente. Talvolta passa qualche politico, ma ormai è solo per la vicinanza del luogo a Ca' Farsetti, sede del Comune».
«In questi ultimi anni ho perso molti clienti, perché i residenti sono in forte diminuzione, tuttavia siamo rimasti un punto di riferimento conosciuto in tutta la città per il tipo e la qualità del servizio offerto. Il laboratorio lavora molto alla realizzazione di stampati per agenzie e check-in turistici, ed anche questo è un segnale».
«Il campo stesso non si è trasformato solo socialmente - conclude Micoud - ma anche nei luoghi commerciali: c'era il negozio di elettricità, il pescivendolo, ma sono spariti a favore non della residenzialità ma del turismo, con attività dedicate al turista mordi e fuggi, che transita una sola volta. Quando un turista entra in negozio, di solito è per chiedere: scusi, sa dov'è un supermercato? È un turismo povero, da pochi euro, che alla città non lascia nulla, solo grandi disagi. Probabilmente in questo modo Venezia non è vissuta bene nemmeno dal visitatore, semplice pecora nel gregge, instradato verso le solite mète. È uso comune dire: rimpiango i vecchi tempi; io rimpiango i tempi recenti, basta dieci anni fa, quando ancora il campo era crogiolo della vita sociale ed economica della città».
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