«Più che le insegne serve il buonsenso». Serpeggia un certo nervosismo tra i corridoi di Ca' Sugana in questi giorni. Pare infatti che la decisione di affiggere i cartelli di...
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Ma che fine faranno i due divieti? Ancora non è stata presa una decisione. Nel frattempo però la cosa ha sollevato un polverone, perché, anche se il pallone sotto casa può urtare persone sensibili, l'esilio dei bambini dai campetti improvvisati nel cuore della città piace davvero a pochi. E, a sorpresa, non va a genio neppure a qualche residente di San Parisio. «Anch'io vivo in piazza - scrive Silvia Donazzan - e quel cartello mi sembra una cosa a dir poco vergognosa. Una scelta miope e insensata. Una città senza bambini è una città morta». In molti rilevano poi come, nel caso specifico, i rumori della movida notturna nei locali siano decisamente più molesti, anche per la fascia d'orario coperta, di quelli provocati dai giochi. E la domanda ricorrente è sempre la stessa: che senso ha liberare le piazze dal traffico, se poi diventano comunque off limits? Piano però, frena la giunta, non è affatto vero che Treviso non sia più una città per bambini. Lucia Girotto racconta sui social corsi e ricorsi storici. «Ci andavo a pattinare da bambina, 45 anni fa. I residenti non ci volevano e giù secchiate d'acqua. Una volta mi hanno pure tirato un vaso in testa».
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Il Gazzettino