Né Luigi Di Maio, né Matteo Salvini vogliono la crisi di governo. In qualunque altro posto del mondo, quando un alleato denuncia un falso ai danni del governo e del proprio...
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Almeno fino alle elezioni europee si andrà avanti. Ma come? Gli avvenimenti degli ultimi giorni hanno dimostrato che i contrasti ideologici e politici tra Lega e Cinque Stelle sono infinitamente superiori a quelli della Dc e del Pci che giusto quarant'anni fa governavano l'Italia del compromesso storico' (aumentando anch'essi il debito pubblico). Denunciando lo scandalo del condono fiscale, l'ala dura e i militanti del Movimento si comportano come se ci fosse un governo monocolore, ignorando che il reddito di cittadinanza è semplicemente inconcepibile per i dirigenti e gli elettori della Lega. Quando lo spread ieri è arrivato a toccare i 340 punti, Salvini è intervenuto con gli idranti a spegnere i pericolosi focolai di crisi. I mercati che non vogliono una situazione ancora più instabile hanno preso fiato restituendo un paio di punti alla Borsa e riportando lo spread sotto i livelli di giovedì. Ma è una tregua fondata sugli equivoci. Salvini fa sapere che in Consiglio dei ministri Conte leggeva e Di Maio verbalizzava, quindi sapeva del supercondono. Di Maio dice che ha letto tutto tranne l'articolo 9, incriminato, che non c'era. Anzi, avrebbe dovuto esserci in preconsiglio, ma Giorgetti capo della macchina di palazzo Chigi non l'ha convocato. Il vice ministro leghista dell'Economia, Garavaglia, ha detto che fin da venerdì scorso la bozza con il condono era sul suo tavolo e su quella della sua collega grillina Castelli. Come mai sono passati sei giorni prima che Di Maio si infuriasse a Porta a porta'? Insomma un gran pasticcio. Salvini ieri sera ha visto che i Cinque Stelle hanno presentato 81 emendamenti al decreto sicurezza al quale tiene più di ogni altra cosa. Non è normale', ha detto. Quale sarà la rappresaglia sul reddito di cittadinanza? E il condono sarà riportato a termini più accettabili anche per le persone che hanno pagato tasse e multe e che si vedono minacciate di accertamenti per un triennio supplementare se non aderissero al condono?
Se ci sarà un ritocco alla manovra, ciascuno faccia la sua parte. Noi riteniamo che servisse una scossa al sistema dopo vent'anni di crescita mancata. Ma se la scossa facesse crollare la casa (rating devastante, interessi alle stelle, sistema bancario distrutto) meglio fermarsi in tempo. Ammesso che ce sia ancora.
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Il Gazzettino