«Minacciato di morte per quel post»

«Minacciato di morte per quel post»
IL CASOROVIGO La frase sbagliata nel giorno sbagliato. Una battuta di pessimo gusto rimbalzata in pochi istanti dal Polesine su pc e smartphone di decine di migliaia di persone in...

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IL CASO
ROVIGO La frase sbagliata nel giorno sbagliato. Una battuta di pessimo gusto rimbalzata in pochi istanti dal Polesine su pc e smartphone di decine di migliaia di persone in tutta Italia. «Chiedo scusa, è stato un commento sbagliato». Fabio Rigoni, polesano di Papozze, ieri ha vergato su Facebook un post a dir poco inopportuno sulla morte di Nadia Toffa, la conduttrice bresciana de Le Iene stroncata dal male a soli 40 anni. Sotto la foto sorridente della conduttrice della trasmissione di Italia 1 uccisa dal cancro il polesano, in un gruppo chiuso condiviso con poche persone, si è così espresso: Vendo protesi odontoiatrica in ceramica causa cessata attività, no perditempo. Citofonare Taffo.

CAMPAGNE DISSACRANTI
Taffo è la famosa azienda romana di onoranze funebri, nota per campagne social dissacranti, che però ha preso le distanze dal post irrispettoso pubblicandolo con nome e cognome del polesano ben in vista sul proprio profilo Facebook e aggiungendo: «Qualcuno ha utilizzato il nostro nome per pubblicare post meschini sulla morte di Nadia Toffa. Non è opera nostra, seguiranno denunce». Il profilo di Rigoni è stato preso di mira immediatamente e il suo nome è rimbalzato sulle cronache nazionali.
LA DIFESA
«Lo so, ho sbagliato, è stata una imperdonabile leggerezza, un black humor poco divertente, una battuta sbagliatissima» spiega il giovane polesano, che tra un mese diventerà papà. Dal suo commento greve è scaturita in poche decine di minuti una violenta gogna mediatica al contrario. «Ho ricevuto moltissimi messaggi di morte, che auguravano a me e alla mia famiglia le peggiori cose, da malattie a disgrazie, a spedizioni punitive - ammette Rigoni - Sono rimasto sconcertato da tanto odio, violenza, cattiveria. Ho cancellato tutti i miei profili social. Sono responsabile di ciò che ho scritto e, ripeto, chiedo ancora scusa, ma quello che sta subendo la mia famiglia in questo momento è davvero troppo. Non ho gioito della malattia altrui, nè augurato la morte: ho fatto una battuta di cattivo gusto, lo ammetto». «Ho anche contattato l'impresa di pompe funebri Taffo continua l'autore del post - Ho cercato di chiarire la situazione e gli addetti hanno detto che gireranno le conversazioni al titolare».
MONDO DELLA TV IN LUTTO
La conduttrice tv Nadia Toffa è morta ieri mattina, a Brescia, a soli 40 anni, dopo una lunga battaglia contro il cancro. Non aveva mai nascosto la malattia ed era sempre stata un esempio di coraggio per chi la seguiva. Tanta la commozione dei colleghi del mondo del giornalismo e dello spettacolo, ma non solo. La politica, a partire dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha espresso cordoglio e dispiacere per la prematura scomparsa della conduttrice del programma Mediaset Le Iene. Tanti i messaggi di ammirazione e affetto da chi la seguiva in tv.
CAMPAGNA DI ODIO

Negli anni della malattia, tuttavia, Nadia non era stata esente dagli attacchi social degli odiatori. Scrisse su La Repubblica: «È sempre difficile mettersi nei panni di qualcun altro, e credo che qualcuno non ci abbia nemmeno provato a farlo con me e con tutte le persone a cui viene detto come vivere il proprio dolore. L'aggressività è molto di moda oggi, sono tempi bui in cui la retorica della prevaricazione violenta, del gridare più forte dilaga dalla politica ai social al nostro quotidiano. Le persone fragili non hanno nessuno che le difende quando vengono bullizzate in rete, la mia reazione vale anche per loro. Ho sentito un dovere, un'emergenza nel rispondere perché sapevo che la popolarità avrebbe dato un'eco maggiore alla mia voce e volevo usare questa eco per chi è lasciato da solo a fare i conti con la malattia. Come si fa a occuparsi della malattia, propria o altrui, e sopportare anche la violenza di chi non capisce e giudica?».
Alice Sponton
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino