Militari, ripartono gli scatti legati all'anzianità di servizio

Militari, ripartono gli scatti legati all'anzianità di servizio
Lo sblocco delle promozioni e degli scatti automatici di stipendio legati all'anzianità di servizio, promessi dal governo soprattutto a militari e Forze di polizia, è stato...

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Lo sblocco delle promozioni e degli scatti automatici di stipendio legati all'anzianità di servizio, promessi dal governo soprattutto a militari e Forze di polizia, è stato inserito nella legge di stabilità. Ma non si applicherà a tutti. Resteranno esclusi, almeno per ora, tutti i dipendenti pubblici «non contrattualizzati». A prevederlo è l'articolo 21 del disegno di legge che ha appena iniziato il suo iter alla Camera dei deputati. Si tratta delle posizioni di vertice della macchina statale. Nel caso della Polizia, per esempio, a non ricevere neanche il prossimo anno gli aumenti di stipendio legati agli scatti di anzianità, saranno i dirigenti generali, i questori e i primi dirigenti. Per i militari l'adeguamento non si avrà dal grado di colonnello in su. Ma fuori rimarranno anche altre categorie come i professori universitari e, secondo la definizione della norma, potrebbe riguardare anche i ministri e i sottosegretari. Per tutti gli altri dipendenti pubblici, pur rimanendo bloccato per un altro anno il rinnovo del contratto, dovrebbe almeno riprendere la dinamica legata alla carriera, permettendo agli stipendi di salire nel caso in cui siano previsti scatti automatici o nel caso di promozioni di carriera. Secondo la relazione tecnica che accompagna la legge di stabilità, il blocco per dirigenti di polizia, docenti universitari e per le altre categorie non contrattualizzate del pubblico impiego, dovrebbe permettere un risparmio annuo di 40 milioni di euro.

Ma anche per il restante personale rimangono in sospeso alcuni dubbi legati alla possibile interpretazione di una recente sentenza della Corte Costituzionale, la 154, che in pratica potrebbe essere letta in senso molto restrittivo, facendo scivolare nel tempo la maturazione del diritto allo scatto. I cinque anni di blocco della contrattazione, in pratica, potrebbero essere interpretati come una sorta di «black out» che non dà diritto alla maturazione degli avanzamenti. Il conteggio per ottenere gli scatti, insomma, dovrebbe ripartire riprendendo il conteggio dal 2011, come se gli ultimi quattro anni non fossero esistiti. Su questo, in realtà, la legge di stabilità non dice nulla e nemmeno le relazioni che l'accompagnano. Probabile che il tema sarà affrontato durante il dibattito parlamentare. Intanto. come detto, alla Camera è partito l'iter che porterà sotto Natale all'approvazione della manovra. Il provvedimento nel suo primo giorno di esame ha perso già dei pezzi. A cominciare dalla possibilità di vendere gli immobili e quote delle partecipate della Rai, oltre alla norma che rifinanziava gli interventi per i lavoratori socialmente utili di Palermo e Napoli. Sotto la mannaia del presidente della Commissione bilancio, Francesco Boccia, sono cadute una ventina di norme, soprattutto quelle «ordinamentali» e gli interventi microsettoriali. Nel vivo si entrerà il 7 novembre, quando scadrà il termine per gli emendamenti. Sul Tfr, per esempio, si starebbe valutando di tornare ad una tassazione più favorevole. Anche la stretta sui Fondi pensione potrebbe essere rivista. Molti malumori, poi, ci sono sulla clausola di salvaguardia con il maxi aumento dell'Iva dal 2016. Il governo si è anche impegnato a proporre alla Ue "progetti di investimento per un valore superiore a 10 miliardi".
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Il Gazzettino