All'uscita dalla caserma della Guardia di finanza, ieri pomeriggio Luca Casarini ha trovato ad attenderlo in macchina Beppe Caccia. L'ex assessore comunale di Venezia è...
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Perché?
«Perché tutti noi di Mediterranea siamo promotori di questa attività di soccorso in mare. E perché tutti noi crediamo che le scelte compiute dal comandante Pietro Marrone e dal coordinatore della missione Luca Casarini siano state giuste. Quelle decisioni hanno permesso di salvare 49 persone a rischio naufragio e di evitare che venissero riportate nei campi di detenzione in Libia. Magari per essere nuovamente torturate: fra loro ci sono anche 12 minori».
Non temete che l'inchiesta possa fermare la vostra attività?
«Affrontiamo queste indagini in maniera serenissima e abbiamo piena fiducia nella magistratura. Siamo convinti di aver agito nella massima legalità, all'interno della cornice della Convenzione di Amburgo e, a cascata, di tutte le normative in materia. Forse sono altri che in questo campo non stanno rispettando il diritto internazionale, il diritto marittimo italiano, i diritti delle persone. Quindi no, non abbiamo paura che ci fermino, abbiamo già pensato alla prossima mossa».
Quale?
«Il ricorso al Riesame, per chiedere il dissequestro della Mare Jonio e tornare subito in missione. Indagati o no, ripartiremo».
A.Pe.
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Il Gazzettino