Elezioni europee. La carica dei 226 candidati. Ma è record di bocciature: scattano i ricorsi - Tutte le liste in Veneto, Fvg, e Trentino Alto Adige

La curiosità è che cinque anni fa nella circoscrizione del Nordest erano state presentate più liste: per Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige ed...

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La curiosità è che cinque anni fa nella circoscrizione del Nordest erano state presentate più liste: per Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige ed Emilia-Romagna ce n'erano 20. Stavolta sono 17. E ne erano state ricusate meno di oggi: nel 2019 solo tre formazioni vennero respinte, stavolta addirittura 6. Ed è il dato più singolare: per le elezioni Europee dell'8 e 9 giugno più di un terzo delle liste presentate a Nordest non sono state ammesse. Mancanza di firme (in un caso ne sono state presentate 7mila contro una soglia minima di 15mila), irregolarità varie, carenze non sanabili. Ed è così che l'ufficio elettorale circoscrizionale della Corte d'appello di Venezia ha ricusato sei liste su 17. Adesso bisognerà attendere gli eventuali ricorsi (uno è già stato presentato) e quindi il pronunciamento della Corte di Cassazione (si presume tra domenica e lunedì), ma il dato è in controtendenza rispetto al passato. Contando anche le liste al momento ricusate, sono 226 i candidati in corsa per Bruxelles. La settimana prossima il sorteggio per la stampa delle schede.

CHI SONO


Le liste per ora ammesse sono dunque undici: Lega Salvini Premier (con una testa di lista formata dagli uscenti Paolo Borchia, Elena Lizzi, Alessandra Basso e Rosanna Conte, più la sindaca di Monfalcone Anna Maria Cisint, poi si va in ordine alfabetico e così il generale Roberto Vannacci è penultimo). Quindi Fratelli d'Italia con capolista la premier e al secondo posto - come da indicazioni nazionali - l'uscente Sergio Berlato, poi in ordine alfabetico con tutte le anticipazioni confermate, da Alessandro Ciriani a Elena Donazzan a Daniele Polato.

Cuiosità: nella lista di FdI ci sono tre "detto": Giorgia Meloni detta Giorgia, Stefano Cavedagna detto Cavedania, Piergiacomo Sibiano detto Piga.

 


Forza Italia vede Antonio Tajani capolista e a seguire la sottosegretaria friulana Sandra Savino, il segretario veneto Flavio Tosi, l'uscente (ex leghista) Matteo Gazzini. Abbinata alla lista di Forza Italia è la Svp con Herbert Dorfman che ha prenotato il seggio in virtù della tutela delle minoranze: il secondo scranno, se scatterà, se lo prenderà FI. Nessun ordine alfabetico per la lista del Pd, capolista Stefano Bonaccini, poi gli altri in ordine sparso: Zan prima della Moretti, Pedretti prima della Gualmini. Solo la zeta di Andrea Zanoni è andata alla fine.


Matteo Renzi con Stati Uniti d'Europa è candidato ovunque, tranne che a Nordest; qui il capolista è lo scozzese Graham Robert Watson, cittadino italiano dopo il matrimonio con una fiorentina. Tra i veneti Davide Bendinelli, l'imprenditrice veneziana Gabriella Chiellino, il socialista Luigi Giordani.


Carlo Calenda invece torna capolista in Veneto (nel 2019 era indipendente del Pd) con la sua Azione. Con lui il coordinatore veneto Carlo Pasqualetto e l'ex socialista commissariato Riccardo Mortandello.


Pace Terra Dignità, altrimenti detta la lista di Santoro, schiera come capolista Raniero Luigi La Valle, mentre il M5s ripropone l'uscente Sabrina Pignedoli e Alleanza Verdi Sinistra punta sulla consigliera regionale vicentina Cristina Guarda. Ce l'ha fatta a superare l'esame della Corte d'Appello la lista Libertà di Cateno De Luca, che mette assieme il vario popolo del dissenso: tra i veneti candidati Vito Comencini e Sara Cunial.

 


LE LISTE RICUSATE


Le liste ricusate sono: Partito Animalista, Democrazia Popolare Sovrana, Italia dei Diritti De Pierro, Forza Nuova, Unione Cattolica Italiana, Alternativa Popolare. Quest'ultima è già un caso: è stata bocciata in quattro circoscrizioni su cinque, Nordest compreso, mentre è stata ammessa solo al Sud. «Abbiamo presentato subito ricorso, restiamo particolarmente stupiti di come in Italia si possano avere tanti pesi e tante misure. La Corte di appello di Napoli ha ammesso le nostre liste, la nota del Viminale del 29 aprile chiarisce che il Partito popolare europeo che, noi rappresentiamo oggi in Italia, non può non essere messo nelle liste italiane», ha detto Stefano Bandecchi, coordinatore nazionale di Alternativa Popolare. Comunque ottimista: «Male che vada ci concentreremo al Sud, al 4% ci arriviamo uguale».

 

 

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Il Gazzettino