«Metteteci tutti sotto inchiesta e ridateci la nave: ripartiremo»

Sabato 23 Marzo 2019
All'uscita dalla caserma della Guardia di finanza, ieri pomeriggio Luca Casarini ha trovato ad attenderlo in macchina Beppe Caccia. L'ex assessore comunale di Venezia è l'armatore della Mare Jonio. «A questo punto dovrebbero indagare anche me, anzi, indagateci tutti», dice l'attivista.
Perché?
«Perché tutti noi di Mediterranea siamo promotori di questa attività di soccorso in mare. E perché tutti noi crediamo che le scelte compiute dal comandante Pietro Marrone e dal coordinatore della missione Luca Casarini siano state giuste. Quelle decisioni hanno permesso di salvare 49 persone a rischio naufragio e di evitare che venissero riportate nei campi di detenzione in Libia. Magari per essere nuovamente torturate: fra loro ci sono anche 12 minori».
Non temete che l'inchiesta possa fermare la vostra attività?
«Affrontiamo queste indagini in maniera serenissima e abbiamo piena fiducia nella magistratura. Siamo convinti di aver agito nella massima legalità, all'interno della cornice della Convenzione di Amburgo e, a cascata, di tutte le normative in materia. Forse sono altri che in questo campo non stanno rispettando il diritto internazionale, il diritto marittimo italiano, i diritti delle persone. Quindi no, non abbiamo paura che ci fermino, abbiamo già pensato alla prossima mossa».
Quale?
«Il ricorso al Riesame, per chiedere il dissequestro della Mare Jonio e tornare subito in missione. Indagati o no, ripartiremo».
A.Pe.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci