Medici di base, in 46 pronti alla pensione

Medici di base, in 46 pronti alla pensione
SALUTEROVIGO Nel 2021 avranno 70 anni, 46 dei 161 medici di base in provincia. Quasi tre su dieci, insomma, raggiungeranno necessariamente la pensione, perché rispetto all'età...

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SALUTE
ROVIGO Nel 2021 avranno 70 anni, 46 dei 161 medici di base in provincia. Quasi tre su dieci, insomma, raggiungeranno necessariamente la pensione, perché rispetto all'età richiesta per il pensionamento in questa professione, 68 anni, il medico di Medicina generale ha l'opzione di posticipare la quiescenza di due anni. Per la continuità assistenziale «ci saranno grossi problemi - annuncia il presidente dell'Ordine dei medici, Francesco Noce - già ci sono zone carenti in Polesine e si sommeranno i pensionamenti nei prossimi anni: quattro sicuri nel 2019, ma potenzialmente 12 perché altri 8 medici compiranno i 68 anni che sono il requisito anagrafico per la pensione. E poi 17 nel 2020, e altri 17 medici di base nel 2021. Tutti e 46 nel 2021 avranno 70 anni».

MANCA IL RICAMBIO
La generazione dei medici di base che si avvicina alla pensione non trova ricambio sufficiente nei nuovi medici specializzati in Medicina generale per la «carente programmazione», spiega il presidente Noce, alla base del percorso di specializzazione medica. È lo stesso problema che causa le carenze in organico di medici specialisti nella dotazione dell'Ulss 5, alla quale mancano 50 medici rispetto ai 482 necessari al fabbisogno stimato dall'azienda sanitaria polesana, e riconosciuto dalla Regione. Se per le carenze di specialisti l'Ulss può ricorrere a incarichi di lavoro autonomo tra i medici che scelgono la libera professione e anche tra i medici già in pensione, quest'ultima possibilità non è prevista per la Medicina generale. Chi ha compiuto 68 anni e può andare in pensione, può preferire, come già spiegato, di continuare a lavorare per altri due anni. Tuttavia, un camice di Medicina generale che sia andato in pensione, può essere riassunto come specialista con un contratto di sostituzione, ma non può tornare a fare il medico di base. È, infatti, un libero professionista e per il contratto di convenzione con l'azienda sanitaria locale, uno dei requisiti è non essere in pensione.
I FABBISOGNI

Il contratto nazionale prevede, salvo eccezioni, che ogni medico di Medicina di base possa assistere al massimo 1.500 pazienti adulti, cioè dai 13 anni in su. Il Polesine ha una popolazione oltre i 13 anni di 213.585 abitanti a fine 2017. Se per ipotesi a ogni medico di base fosse attribuito il limite massimo di 1.500 pazienti adulti per medico, la provincia avrebbe un fabbisogno di almeno 143 medici di base. Nella definizione dei fabbisogni, oltre al rapporto massimale, vale il riferimento anche al cosiddetto rapporto ottimale: nel rapporto tra il contingente dei medici di Medicina generale e i residenti, si tiene conto anche delle caratteristiche di ogni territorio nel definire il fabbisogno dei medici, per consentire una programmazione corretta ed efficiente. Con l'attuale ottimale definito a livello regionale, pari a un medico di Medicina generale ogni 1.200 abitanti, considerando la popolazione adulta in Polesine, il fabbisogno è di 178 medici, invece degli attuali 161. Per incrementare l'accesso al corso di formazione specifica in Medicina generale, la Regione ha aumentato il numero di borse di studio messe a bando annualmente (erano 50 l'anno). In tutto il Veneto, per il rapporto ottimale di 1.200, si ottiene un totale di oltre 4.100 medici in attività, e un recente studio della Fimmg sul ricambio generazionale all'interno del mondo della Medicina generale, ha stimato che fino al 2027 andranno in pensione in Veneto circa 2.300 medici. Quindi, all'attuale ritmo di ricambio attraverso il corso di formazione specifica in Medicina generale, non c'è sostituzione sufficiente. Tanto che il fenomeno è stato ribattezzato nello studio silver tsunami, cioè un maremoto argenteo.
Nicola Astolfi
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Il Gazzettino