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Scrive il gip: «In relazione agli obiettivi da colpire l'uso della terminologia mostra un'ininterrotta attività di proselitismo operata da Manni in cui lo stesso istiga gli amici a una messa in atto di azioni eversive nei confronti di personalità dello Stato, in particolar modo del Presidente della repubblica Giorgio Napolitano, del Presidente della Camera Laura Boldrini, del senatore a vita ed ex premier Mario Monti, dell'onorevole Pier Ferdinando Casini, del presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi e dell'allora Ministro all'integrazione, Cecile Kyenge».
Il gruppo mostra di volersi organizzare come facevano le Brigate Rosse, «effettuando specifici servizi di pedinamento e osservazione, al fine di capire le abitudini dei soggetti da colpire, e inoltre costituirsi in cellule di 4 o 5 persone». Le armi da comprare vengono chiamate «dolciumi», e si tratta per acquistare AK-47, il kalashnikov. Il costo è di mille euro a pezzo, perché - sottolineano - «non ci si può andare di persona, altrimenti sarebbero stati sei o settecento euro». A questo si aggiungono gli immigrati «da eliminare». Due indagati ragionano sui centri di accoglienza: «Forza Nuova li ha resi pubblici, alberghi e strutture che li stanno ospitando, con loro faremo i conti dopo. Tu hai un albergo, hai giocato sulla pelle degli italiani, facendo dare 50 euro al giorno ai baluba io non ti ammazzo, ammazzo i figli tuoi affinché tu abbia un ricordo indelebile per tutta la vita». Tra gli obiettivi anche carabinieri e polizia: «Sei un poliziotto, devi morire, sei un carabiniere devi morire» si accanisce Manni. «Perché non colpire la Fornero?» chiede un indagato. Manni: «Perché non ci arrivi».
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Il Gazzettino