LO SCENARIO ROMA «Buon lavoro, in una situazione particolare, ma siamo nel

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LO SCENARIOROMA «Buon lavoro, in una situazione particolare, ma siamo nel Salone delle Feste». Sistemazione inusuale per i cronisti che attendono l'uscita delle delegazioni dei...

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LO SCENARIO
ROMA «Buon lavoro, in una situazione particolare, ma siamo nel Salone delle Feste». Sistemazione inusuale per i cronisti che attendono l'uscita delle delegazioni dei partiti non più nella Sale della Vetrata.

LE NORME
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella li incrocia prima di incontrare i presidenti di Camera e Senato. Mascherina sul volto, tampone e distanziamento nelle prime consultazioni pandemiche della Repubblica. Numeri ridotti, per rispettare le norme richieste dall'emergenza epidemiologica, ma diretta video dalla web-tv del Quirinale dalla quale si possono seguire tutti i passaggi e le dichiarazioni delle delegazioni.
Gli incontri sono cominciati ieri pomeriggio per permettere la mattina di svolgere le celebrazioni della Giornata delle Memoria per ricordare le vittime dell'Olocausto. Nel pomeriggio la prima a salire è stato il presidente del Senato Elisabetta Casellati. A seguire il presidente della Camera Roberto Fico e in mezzo una telefonata all'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Colloqui istituzionali, con la Casellati che esce senza commentare e Fico che si limita ad un «siamo tutti al lavoro per il bene del Paese». Situazione delicata con i due colloqui di ieri pomeriggio che aprono le consultazioni in vista degli incontri che oggi e domani il Capo dello Stato avrà con i partiti per capire le reali intenzioni delle forze politiche. La composizione di una maggioranza non spetta al Capo dello Stato, quanto la valutazioni sulla compatezza, sui numeri e su un programma che sia all'altezza delle emergenze del Paese.
Un quadro sui numeri in Parlamento è stato fatto dai presidenti delle Camere con la presidente del Senato Casellati che ha anche spiegato la difficoltà che attualmente la maggioranza uscente ha nelle Commissioni dove solo in dieci su quattordici i numeri sono certi. Situazione più tranquilla a Montecitorio per la maggioranza, anche se la preoccupazione per i numeri non l'unica che ha Mattarella visto che le polemiche tra i partiti che dovrebbero ricomporsi per dar vita ad un eventuale Conte-ter, continuano a pesare, come si è constatato in questi giorni, non sono tanto le divergenze sui programma quanto i veti che resistono se si osserva la strategia che continua a perseguire Giuseppe Conte con la caccia ai responsabili e se si leggono le dichiarazioni di Renzi che attacca Conte per «l'operazione opaca» che sta conducendo in Parlamento.
Il fatto che la sfida tra i due continui non aiuta il presidente della Repubblica anche se nel corso del colloquio che Conte ha avuto con Mattarella al momento delle dimissioni è parsa evidente la voglia dell'avvocato di ricevere un nuovo incarico. Veti e personalismi rischiano di rendere complicata la chiusura della crisi per il fine settimana. Mattarella, che riceverà le delegazioni in tre diverse location (sala Arazzi, sala del Bronzino e ufficio privato) in modo da permettere ogni volta la sanificazione, farà mettere a verbale tutto ciò che verrà detto nella speranza di poter ridare al Paese un governo in un momento molto difficile. Scivolare vero il voto anticipato non è infatti un'eventualità esclusa anche se quasi tutte le forze politiche vorrebbero scongiurarla. Ma per evitare le elezioni anticipate e risolvere la crisi al buio che il Quirinale ha sempre temuto, occorre che le forze politiche facciano un passo indietro che però, stando a ciò che è accaduto sinora, non sembra vicino.
LE SFUMATURE

Oggi saliranno anche i componenti del gruppo dei responsabili del Centro Democratico messi insieme da Giuseppe Conte. Un gruppo, faticosamente composto, che non aggiunge quasi nulla alla maggioranza priva di Italia Viva. Pd, Leu e M5S hanno, seppur con sfumature diverse, assicurato a Conte che faranno il suo nome a Mattarella per un nuovo incarico. Resta da vedere cosa dirà la delegazione di Italia Viva per ora schierata su un «nessun nome» che non impedirà forse al Capo dello Stato di chiedere a Renzi se ha problemi qualora l'incarico dovesse finire di nuovo a Conte. Il problema rischiano però di essere le sfumature o le ambiguità che potrebbero contenere le risposte dei partiti, anche se l'emergenza sanitaria ed economica consiglierebbe chiarezza e, soprattutto, velocità.
Ma. Con.
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Il Gazzettino