LO SCENARIO PADOVA Il supermercato principale è ovviamente a Padova, ma

LO SCENARIO PADOVA Il supermercato principale è ovviamente a Padova, ma
LO SCENARIOPADOVA Il supermercato principale è ovviamente a Padova, ma i rivenditori sono sempre più sparsi in tutta la provincia. Lo spaccio di droga nella cintura urbana del...

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LO SCENARIO
PADOVA Il supermercato principale è ovviamente a Padova, ma i rivenditori sono sempre più sparsi in tutta la provincia. Lo spaccio di droga nella cintura urbana del capoluogo è stato uno dei temi più importanti affrontati ieri mattina in Prefettura al Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, al quale sono stati invitati anche i 18 sindaci della Conferenza metropolitana. Dai dati padovani del Ministero dell'Interno emerge un progressivo aumento delle sostanze sequestrate, con un boom dei blitz anti-cocaina. Diversi sindaci hanno segnalato la presenza sempre più diffusa di spacciatori nei propri territori, spesso e volentieri con un comune denominatore: i pusher di provincia sono italiani, gente del posto. «Se nel capoluogo i principali rifornitori sono soprattutto stranieri - conferma il prefetto Renato Franceschelli al termine dell'incontro -, in provincia la tendenza è spesso contraria. La droga viene procurata a Padova ma poi rivenduta nei paesi, magari dagli stessi ragazzi che vengono qui per frequentare l'università».

MASSIMO SFORZO
Il prefetto ha fornito ad ogni sindaco una tabella con i reati denunciati nel territorio comunale, soffermandosi poi sul fenomeno dello spaccio. I dati in possesso della Prefettura dicono che nella cintura urbana nel 2017 erano stati sequestrati 138 chili di stupefacente mentre nel 2018 il numero è più che raddoppiato: 309. Sono 172 invece i chili recuperati dalle forze dell'ordine nei primi sei mesi del 2019, a dimostrazione di un ulteriore aumento. Nel solo Comune di Padova i delitti legati allo spaccio sono stati 675 nel 2018 e 334 nel primo semestre di quest'anno. «Questo dato va letto in un'ottica positiva - osserva il prefetto -. Non significa che ci sono più spacciatori in giro, significa che l'attività di contrasto è aumentata. Stiamo facendo il massimo sforzo».
LA RELAZIONE
A tal proposito sono molto interessanti le relazioni annuali della Direzione centrale per la sicurezza antidroga. Nel 2018 in provincia di Padova sono stati sequestrati 370 chili di droga, un anno prima erano stati 301 e nel 2016 erano 180. Impressionante l'aumento di sequestri di cocaina: l'anno scorso 80 chili, contro i 20 del 2017 e i 5,8 del 2016. Cinque anni fa, nel 2014, i chili erano stati 3,80. Mai così poca, invece, l'eroina sequestrata: 5 chili nel 2019, mentre nel 2017 erano stati 71. Per quanto riguarda l'hashish, l'andamento è altalenante con un picco vertiginoso nel 2015 legato ad una maxi-operazione.
I CLIENTI
«In provincia, dove gli spacciatori sono spesso ragazzi italiani, serve un lavoro repressivo ma anche e soprattutto un lavoro educativo - riflette Franceschelli -. Ben vengano quindi gli incontri con i genitori o nelle parrocchie. Ricordo sempre che se c'è chi vende è anche perché c'è chi compra: spesso i clienti sono studenti padovani oppure uomini in giacca e cravatta. La grande mole di sequestri è il sintomo che il mercato esiste ma anche la dimostrazione di una grande attività delle forze dell'ordine». L'ultimo blitz è stato messo a segno giovedì quando i carabinieri attorno alla stazione di Padova hanno sequestrato cinque grammi di cocaina e sei grammi di marijuana denunciando tre spacciatori provenienti da Albania, Sierra Leone e Nigeria.
LE TRUFFE
Al Comitato di ieri erano presenti il questore e i comandanti provinciali di Carabinieri e Guardia di finanza. Il prefetto ha parlato di «reati complessivi in calo a livello provinciale, soprattutto per quelli di forte impatto come furti e rapine». Ci sono però delle eccezioni. Tra i reati che aumentano troviamo per esempio quelli informatici. Solo a Padova truffe e frodi on-line denunciate sono state 975 nel 2018 e 531 nel primo semestre del 2019. L'ultima denuncia dei carabinieri è stata fatta a Vigonza: la vittima è una cinquantenne che ha pagato 1.100 euro per un cellulare Samsung trovato sul portale Kijiji e mai arrivato.

Dal prefetto anche un forte appello: «Fare rete tra Comuni è importante. Una telecamera installata in una determinata strada potrebbe aiutare non uno ma due territori. Parlarsi e coordinarsi è sempre utile». Concetto simile per il Controllo del vicinato: «Tanti Comuni padovani stanno aderendo. Ben venga, si tratta di un'esperienza che dà risultati positivi».
Gabriele Pipia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino