LE PROTESTE TREVISO Continua a montare la tensione legata al focolaio di Covid

LE PROTESTE TREVISO Continua a montare la tensione legata al focolaio di Covid
LE PROTESTE TREVISO Continua a montare la tensione legata al focolaio di Covid nel centro d'accoglienza di Casier. Dopo aggressioni, danneggiamenti e rivolte da parte dei profughi...

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LE PROTESTE
TREVISO Continua a montare la tensione legata al focolaio di Covid nel centro d'accoglienza di Casier. Dopo aggressioni, danneggiamenti e rivolte da parte dei profughi ospitati, ora il malcontento dilaga anche in città.

LE REAZIONI
Martedì sera la prefettura ha autorizzato il trasferimento fuori dalla struttura di cinque richiedenti asilo risultati negativi. Li ha accolti una cooperativa, sistemandoli in un appartamento all'interno di un vasto complesso residenziale nella prima periferia del capoluogo. Dello spostamento però non sono stati avvisati il Comune, né l'amministratore del condominio (che ospita oltre cento alloggi), né gli inquilini. Questi ultimi però non hanno impiegato molto tempo prima di rendersi conto dei nuovi arrivati e di far partire una dura protesta che stamattina li vede raccolti in un sit in. «Non possono stare qui, non possiamo rischiare. Li vediamo girare senza mascherine» ha riferito l'amministratore Alessandro Zuin. Duro il sindaco Mario Conte: «Nessuno che si sia degnato di avvisare. A Treviso non abbiamo più posti per l'accoglienza». Identico il parere di buona parte dei sindaci della Marca.
TAMPONI E FOCOLAI
Aumenta intanto il numero di positivi nel Trevigiano e su 19 nuovi casi, 11 sono legati al focolaio della ex caserma Serena. Si tratta di dipendenti di un'azienda dell'hinterland dove alcuni profughi hanno lavorato fino al 29 luglio. Ora 24 lavoratori sono contagiati e anche due familiari di uno di loro. Un ulteriore dipendente di un'altra ditta è risultato ieri positivo e anche in questa seconda azienda avevano prestato servizio alcuni richiedenti asilo della Serena. E nella ex caserma sono proseguiti ieri gli accertamenti condotti dalla Ulss nell'ambito della campagna di test per distinguere positivi, negativi e negativizzati. Una cinquantina degli ospiti tuttavia si è rifiutata di sottoporsi al tampone asserendo che «il Covid non esiste».
Serena De Salvador
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino