Lavoro privato, persi 26mila posti

Lavoro privato, persi 26mila posti
È il risultato peggiore del Nordest: dall'inizio della crisi in Friuli Venezia Giulia si sono persi 26mila posti di lavoro dipendente privato. Lo rileva l'Ires Fvg su dati Inps....

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È il risultato peggiore del Nordest: dall'inizio della crisi in Friuli Venezia Giulia si sono persi 26mila posti di lavoro dipendente privato. Lo rileva l'Ires Fvg su dati Inps. Dal 2008 al 2014, i lavoratori subordinati sono passati da 297mila a 271 mila (-8,8% contro il -6,5% del Veneto e il -5,8% italiano). Si tratta del settore privato non agricolo, ad esclusione del lavoro domestico.

È Pordenone la provincia con il passivo più pesante (-12,5%) seguita da Udine e Gorizia (-8,9%) mentre a Trieste la riduzione è contenuta (-2,4%). Industria (-15,2%) e costruzioni (-32,2%) i settore più colpiti dalla crisi mentre quelli più in difficoltà sono legno-arredo (occupazione diminuita di un terzo negli ultimi sette anni), industria meccanica, produzione e lavorazione di materiali per l'edilizia, apparecchi medicali, strumenti di precisione e ottici. Il commercio regionale (-9,3%) denota il secondo risultato peggiore in Italia dietro alla Sardegna (-10,1%).
Anche nel settore alberghiero e della ristorazione, il Friuli Venezia Giulia (-2,8%) vede solo le Marche (-4,6%) perdere più lavoratori. Solo nel terziario si rileva una crescita complessiva dell'occupazione dipendente in particolare nella sanità e nell'assistenza sociale, nell'informatica e telecomunicazioni, nei servizi alle famiglie. La perdita occupazionale si concentra tra gli operai (-13%) mentre è in crescita il numero di quadri e dirigenti (+10,3%).
Cala l'occupazione anche tra gli apprendisti (-33%): l'impatto negativo della crisi sulle generazioni più giovani si riscontra nella forte diminuzione dei dipendenti under 25 (-45,7%) e tra 25 e 35 anni (-32,4%). «Nonostante la riforma Fornero prevedesse la valorizzazione di questa tipologia contrattuale come modalità prevalente di ingresso dei giovani nel mondo del lavoro - spiega il ricercatore Alessandro Russo - la crisi ha portato le imprese a preferire forme meno onerose, si osserva invece un aumento consistente dei dipendenti con più di 45 anni, per effetto sia dell'innalzamento dell'età del pensionamento che delle dinamiche demografiche».
Quanto all'orario di lavoro, le posizioni a tempo pieno sono crollate di 34mila unità (-14%) mentre si sono diffusi i tempi parziali, in particolare il part-time misto (+81%). Sul fronte delle tipologie contrattuali la crisi ha colpito soprattutto i rapporti di lavoro a tempo determinato (-13%) anche se in termini assoluti pesa di più il saldo negativo dei tempi indeterminati (-20.120 unità pari a -8%): l'incidenza di questa tipologia contrattuale ha subito una flessione per i lavoratori più giovani (dal 67 al 52% nella fascia fino a 20 anni e dal 71 al 61,5% tra 20 e 24 anni).

Pur non essendo ancora disponibili i dati relativi al 2015, conclude Russo, «è probabile che l'anno in corso segni un'inversione di tendenza, testimoniata dal forte incremento delle assunzioni a tempo indeterminato, aumentate in Friuli Venezia Giulia di 9 mila unità nei primi nove mesi rispetto allo stesso periodo del 2014 (+82%)».
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Il Gazzettino