LA PROTESTA PADOVA Spray scaduto, veicoli vetusti, carroattrezzi mancanti, nessuna

LA PROTESTA PADOVA Spray scaduto, veicoli vetusti, carroattrezzi mancanti, nessuna
LA PROTESTAPADOVA Spray scaduto, veicoli vetusti, carroattrezzi mancanti, nessuna visita specialistica. Ora anche un nuovo modello orario da digerire. Per non parlare delle...

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LA PROTESTA
PADOVA Spray scaduto, veicoli vetusti, carroattrezzi mancanti, nessuna visita specialistica. Ora anche un nuovo modello orario da digerire. Per non parlare delle presunte minacce arrivate dai vertici. «Non siamo lavativi e non abbiamo mai detto di non voler lavorare il sabato. Pretendiamo rispetto per il nostro mestiere e per il nostro benessere. Il problema della sicurezza a Padova non si risolve cambiando gli orari ma fornendo strumenti di lavoro validi». Erano un fiume in piena gli oltre cento agenti della Polizia locale riuniti ieri in assemblea con i rappresentanti sindacali a palazzo Moroni, quella che dovrebbe essere la loro casa simbolica ma che oggi rappresenta un bastione da espugnare.

L'ORGANIZZAZIONE
É il nuovo capitolo dell'aspro scontro con l'amministrazione e i vertici del comando sulla volontà di questi ultimi di cambiare l'orario di lavoro dei vigili urbani. Non più turni di sette ore al giorno per cinque giorni a settimana con due fine settimana liberi al mese, ma sei giorni lavorativi con turni di sei ore e dunque anche il sabato assimilato ai feriali. Un modello, il cosiddetto 6x6, che non è nuovo ai vigili padovani perché già in voga fino al 2016. Storicamente gli agenti hanno infatti sempre lavorato sei giorni su sette, 5 ore e 50 al giorno, con una domenica lavorativa al mese e i giorni di riposo concordati. Nel 2016 l'ex sindaco Bitonci e l'allora comandante Paolocci stravolsero tutto: cinque giorni lavorativi per sette ore al giorno, con due weekend a casa su quattro. Una proposta prima contestata ma che dopo la prova sul campo si è rivelata la più apprezzata. Nel 2018 il nuovo annunciato cambiamento, con l'attuale comandante Fontolan che vuole tornare al 6x6. Esigenze di copertura, ha spiegato. Oggi da lunedì a venerdì sono in strada 150 agenti, il sabato 70 e la domenica 50. Il problema, per Fontolan, è legato al sabato: «Un giorno importante in cui per coprire il centro dobbiamo lasciare sguarniti i quartieri».
LE ACCUSE
«Da un anno e mezzo ci prendono in giro senza averci mai prospettato proposte sensate. Noi all'opposto abbiamo avanzato possibilità studiate nel dettaglio fin dall'ottobre 2018. A quell'epoca per due volte ci era stato confermato che non sarebbero cambiati gli orari, senza contare che il referendum interno ha visto l'87% degli agenti intenzionato a tenere il 5x7» spiega Francesco Scarpelli delegato e membro della segreteria provinciale Uil. «Ci hanno dato dei lavativi, dicendo che non vogliamo lavorare il sabato. Bugie! Lo facciamo da 151 anni. Vogliamo coniugare il benessere dei cittadini e dei lavoratori, invece ci troviamo davanti gli sgambetti di chi dovrebbe andare nella nostra stessa direzione».
«Il sindaco rispetti la sicurezza dei suoi uomini! - tuona Salvatore Santoro di Cgil - è una manovra basata solo sul risparmio quando invece i problemi quotidiani sono tangibili. Gli spray urticanti sono scaduti da quattro mesi, abbiamo automobili di servizio logore, ma ci sono state proposte visite mediche per lo stress da lavoro o per il fatto di vivere ogni giorno immersi nello smog, mancano addirittura i carroattrezzi per rimuovere i veicoli in caso di bisogno».
COESIONE
Dal pubblico si alza il vociare. «Il problema del modello 6x6 non sono i sabati, ma l'impossibilità di avere un dignitoso recupero psicofisico. Siamo gli unici a non avere i benefici delle altre forze di polizia, come i riposi consecutivi, senza contare che in questo modo la copertura del territorio cala proprio nelle ore di maggior bisogno». «Hanno provato a dividerci, invece dobbiamo vincere questa partita insieme, siamo noi l'amministrazione comunale!» chiosa Michele Ponchia di Csa Ral.

Il dibattito si accende specie quando più di qualcuno riferisce chiamate e incontri dai toni velatamente minacciosi: «I dirigenti volevano sapere chi avrebbe partecipato all'assemblea. Volevano poterci sostituire con i volontari senza avere disagi e quel che è peggio è che mi hanno risposto Ne terremo conto» racconta un'agente del pubblico. A lanciare la provocazione è una collega: «Se il nuovo orario è il più efficiente perché non applicarlo a tutti i dipendenti comunali?».
Serena De Salvador
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino