La moglie di una delle vittime: «La sentenza è giusta»

La moglie di una delle vittime: «La sentenza è giusta»
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LE REAZIONI
«Una sentenza giusta. Quelle persone sono innocenti. Io ho sempre detto che dietro a quel disastro c'era solo una calamità naturale». Nadia Breda commenta così la sentenza di assoluzione dei quattro imputati della tragedia che si consumò a pochi metri dal Molinetto della Croda la sera del 2 agosto 2014. Lei, quella notte, perse il marito Giannino Breda, all'epoca 67enne falegname in pensione che abitava a Falzè di Piave.

LA FERITA
Giannino stava partecipando alla festa dei omi con altri amici, quando venne inghiottito dalle acque del torrente Lierza. Un ricordo ancoro vivo e indelebile nel suo cuore e nella sua mente, una ferita che mai si potrà rimarginare. Da quel 2 agosto la sua vita è cambiata e la morte del marito ha lasciato in lei un vuoto incolmabile. «Ho sempre detto che si è trattata di una casualità naturale e quindi accolgo con favore questa sentenza» dice la signora Nadia. Giannino e il geologo Celeste Granziera erano amici. E al momento dell'assoluzione ieri il pensiero del geologo che era stato rinviato a giudizio per omicidio colposo plurimo e disastro colposo è andato subito all'amico Breda e alle altre vittime.
LA SOLIDARIETA'
«Erano amici conferma la signora Nadia -. E lui come tanti altri conoscenti di mio marito in questi anni mi sono sempre stati vicini, dimostrandomi sempre la loro solidarietà». La famiglia di Giannino Breda fin da subito ha deciso di non intentare alcuna azione legale contro tecnici redattori del Pat, Pro loco di Refrontolo e Comune. E ha pure deciso di non aderire all'azione civile di risarcimento avviata dai famigliari di un'altra vittima, Luciano Stella.

Ieri, raggiunta al telefono, la figlia di Stella, morto a 50 anni e molto conosciuto nella sua Pieve di Soligo dove aveva un'attività di gommista, ha preferito non commentare l'assoluzione degli imputati Annalisa Romitelli, Leopoldo Saccon, Celeste Granziera e Valter Scapol. Come nelle famiglie Breda e Stella, anche nei famigliari di Maurizio Lot e Fabrizio Bortolin il ricordo di quanto accaduto quel 2 agosto di quattro anni e mezzo fa è ancora vivo e indelebile. Difficile per loro far riemergere quei ricordi. Per alcune di queste famiglie, rimane ora aperta la possibilità di proseguire con l'azione civile per richiedere un risarcimento dei danni. L'azione è stata avviata dalla famiglia di Luciano Stella, e potrebbe ora aggiungersi anche la famiglia di Maurizio Lot.
C. B.
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Il Gazzettino