LA LOGISTICA VENEZIA Il piano del Veneto è quasi pronto. Manca solo il confronto

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LA LOGISTICAVENEZIA Il piano del Veneto è quasi pronto. Manca solo il confronto con i sindacati, ma ieri è terminato il giro dei tavoli provinciali con i gestori dei trasporti e...

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LA LOGISTICA
VENEZIA Il piano del Veneto è quasi pronto. Manca solo il confronto con i sindacati, ma ieri è terminato il giro dei tavoli provinciali con i gestori dei trasporti e con i rappresentanti della scuola, per cui l'assessore regionale Elisa De Berti (in foto) conta «già la prossima settimana» di consegnare a Luca Zaia la proposta sulla ripresa del servizio a partire dal 7 gennaio. A quel punto il governatore dovrà però passare il dossier a Vittorio Zappalorto, coordinatore dei prefetti veneti, ai quali il dpcm affida il compito di coordinare l'operazione. «L'ho chiamato subito riferisce la vicepresidente della Regione per rassicurarlo sul fatto che il lavoro è già stato fatto e che anzi sta per essere ultimato. Posso dire che ho trovato la massima collaborazione. Dunque ora andiamo avanti a lavorare sullo schema di ripartenza della didattica che è stato individuato dal Governo».

GLI SCENARI
Nei giorni scorsi, in ciascuna delle sette province erano stati delineati tre possibili scenari, che per le scuole superiori simulavano la didattica in presenza al 50%, all'80% e al 100%. La bozza del decreto circolata ieri mattina indicava la scelta del 50%, ma secondo le Regioni la formulazione era poco chiara, tanto da lasciare il dubbio sul possibile coinvolgimento anche delle elementari e delle medie, sempre rimaste aperte in zona gialla. Dopo il confronto del pomeriggio, la previsione è stata così modificata, alzando la quota al 75% e confermandola per i soli istituti secondari di secondo grado. «L'ipotesi del 50% commenta De Berti sarebbe stata la più semplice da gestire e la meno impattante sull'organizzazione. Quella opposta, cioè del 100%, avrebbe invece comportato un'elevata necessità di servizi aggiuntivi per garantire il rispetto della capienza dei mezzi, attualmente dimezzata: avevamo stimato l'esigenza di poter contare su 250-300 autobus». Alla fine è stata fissata la soluzione intermedia, leggermente inferiore all'80% studiato dal Veneto, ma comunque tale da richiedere il supporto delle ditte private affinché forniscano i pullman turistici, il che potrebbe dare una boccata d'ossigeno al settore in grande sofferenza. «Sempre che il Governo stanzi un adeguato livello di fondi torna però a chiedere l'assessore regionale ai Trasporti anche per coprire la spesa del personale necessario all'attività di informazione e sensibilizzazione dei ragazzi nelle stazioni e alle fermate. Ricordo che i 300 milioni di euro promessi alle Regioni per settembre, peraltro stornati dalle risorse inizialmente destinate a compensare i minori ricavi della primavera, non sono ancora arrivati».
I POSTI

Ad ogni modo nei prossimi giorni i piani provinciali verranno ricalibrati secondo le nuove indicazioni. «Sarebbe utile precisa De Berti che nei bus turistici venisse permesso l'utilizzo di tutti i posti a sedere, dato che quel tipo di veicoli non ammette i viaggi in piedi. Se invece il 50% della capienza viene computato sui sedili, vuol dire che non possono salire più di 25 passeggeri e che servono molti più mezzi, con tutte le difficoltà anche logistiche nelle strade e nei piazzali dei piccoli Comuni».
A.Pe.
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Il Gazzettino