La fame di vittorie non è mai venuta meno. Ma sono 35 le primavere di Cristof

La fame di vittorie non è mai venuta meno. Ma sono 35 le primavere di Cristof
La fame di vittorie non è mai venuta meno. Ma sono 35 le primavere di Cristof Innerhofer, il tempo scorre e al campione altoatesino non ne resta ancora molto per vincere sulle...

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La fame di vittorie non è mai venuta meno. Ma sono 35 le primavere di Cristof Innerhofer, il tempo scorre e al campione altoatesino non ne resta ancora molto per vincere sulle piste di sci. Un anno può fare la differenza.

Cosa ne pensa della richiesta di rinvio al 2022 del Mondiale di Cortina?
«È una scelta molto difficile a mio parere. Mi chiedo se sia necessario farla già adesso ma se bisogna mettere le mani avanti per evitare poi un annullamento allora è meglio così. Spostandoli siamo sicuri che non perdiamo l'appuntamento».
C'era anche il rischio di una gara senza pubblico.
«L'evento è sicuramente un grande spettacolo, per noi atleti e per noi atleti italiani in particolare ma deve essere importante anche per il pubblico. Il rischio di gareggiare senza gente lo vedo alto e una gara senza gente è una cosa un pochettino più triste. Quindi capisco questa decisione».
Ma avrebbe preferito Mondiali nel 2021 e Olimpiadi nel 2022?
«Certamente. Se un anno sei meno in forma hai l'anno dopo in cui ti puoi rifare e inoltre è una questione di visibilità. I Mondiali ne perdono un po' venendo subito dopo le Olimpiadi».
Ma dal punto di vista tecnico è un problema?
«No, durante l'anno siamo abituati a fare più gare. L'unico discrimine è la forma. Se tutto va bene hai la doppia occasione se va male non hai una nuova possibilità l'anno dopo. Un po' come giocare al Lotto».
La Germania si è detta contraria allo spostamento cosa ne pensa?
«Anche io sarei per non rinviare se decido con il cuore ma se ci penso dico che è probabile che il virus torni e non si sa dove colpirà. Cosa è giusto e cosa è sbagliato è tutto relativo. Nessuno ha la sfera di cristallo».
Lei con Cortina ha un conto aperto dopo l'infortunio del 2019, giusto?
«Mi sono ripreso dall'infortunio ma devo dire che con quel posto devo ancora farci pace. Volevo andar lì per tornarci sopra e dimenticarmi di questo episodio brutto. Io non ho paura delle nuove sfide. Sono bravo a togliermi il passato dalla testa. Sono capace di dire torno lì e voglio la rivincita è sempre così nello sport e nella vita privata. Devi alzarti e ripartire».
Un po' come per Cortina, che dopo l'annullamento della Coppa del Mondo vede allontanarsi di un anno il Mondiale. Ora deve rialzarsi?
«Cortina è casa nostra, sono le montagne e sono tra le più belle del mondo. Coi nostri tifosi che ci possono vedere da vicino non manca niente, buon cibo e belle piste. C'è di tutto. Io abito a un'ora da Cortina, sarebbe fantastico poter gareggiare lì».
E la forma fisica?
«Se penso a quanto mi sono allenato penso che il rinvio sia un peccato. Mi sento tanto in forma. Già la finale di Coppa del Mondo cancellata è stato un danno incredibile, se dovessimo cancellare il Mondiale rischiamo di perdere non solo quei soldi ma anche la possibilità di un futuro. Agli atleti giovani serve una Federazione che stia bene e investa su di loro».
Soprattutto una questione economica?

«No. Non è solo business. A cosa ti serve vincere la medaglia senza sponsor e senza la gente che guarda la tv? Diventa una cosa triste per tutti».
A.Z.
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Il Gazzettino