LA DISCUSSIONE PADOVA L'aumento del gettone di presenza agita la politica padovana

LA DISCUSSIONE PADOVA L'aumento del gettone di presenza agita la politica padovana
LA DISCUSSIONEPADOVA L'aumento del gettone di presenza agita la politica padovana e spacca il fronte lorenzoniano. Il primo a uscire allo scoperto, sabato scorso, è stato il...

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LA DISCUSSIONE
PADOVA L'aumento del gettone di presenza agita la politica padovana e spacca il fronte lorenzoniano. Il primo a uscire allo scoperto, sabato scorso, è stato il consigliere della lista Giordani, Luigi Tarzia, che ha parlato della necessità di andare oltre un emolumento che mette in discussione la dignità dei consiglieri.

MARINELLO
Un ragionamento che, a quanto pare, non convince per nulla il consigliere di Coalizione civica Roberto Marinello che, su Facebook, mercoledì scorso ha suonato la carica. «Aumento del gettone di presenza in consiglio comunale? No grazie ha scritto Marinello - In questi giorni si parla di aumentare il gettone che vale 45,90. Certo, a volerlo fare bene, il consigliere comunale richiede impegno e studio, ma è un lavoro al servizio dei cittadini e non una professione e quindi sono contrario a qualunque aumento, soprattutto in questo momento in cui moltissime persone sono in difficoltà economica grave, si pensi solo che le morosità sulle bollette dell'acqua sono raddoppiate in città».
GIRALUCCI
A sorpresa, a bacchettare il consigliere arancione ha provveduto, non un esponente del centrodestra, ma la capogruppo della lista Lorenzoni, Silvia Giralucci. «Ti faccio questa domanda Roberto: è giusto che questo servizio lo possano fare solo i pensionati, i lavoratori dipendenti che possono usufruire dei permessi retribuiti e i professionisti con un reddito così alto da potersi permettere di ridurlo? ha scandito, sempre su Facebook Giralucci - Nell'ottica , e non parlo del mio caso personale ma in generale, di una madre con figli piccoli che per partecipare ai lavori del consiglio debba pagare una baby sitter, è giusto un gettone di presenza che non copre neppure la spesa? Nel caso di un giovane con un lavoro a chiamata, reddito basso e precario, è giusto che per partecipare ai lavori del consiglio debba ridursi sotto la soglia della sussistenza? Per tutto questo un gettone da 30 euro netti è una presa in giro. Come il fatto che il Comune rimborsi le ore non lavorate ai datori dei dipendenti e nulla ai professionisti in proprio».
La presa di posizione di Giralucci è particolarmente significativa perché, di fatto, va a marcare una cesura in seno alla compagine che, alle ultime elezioni, ha sostenuto la candidatura a sindaco di Lorenzoni. D'altro canto, in Coalizione civica, Marinello non è l'unico a sostenere che aumentare il gettone di presenza sia inopportuno. Sulla stessa linea troviamo, per esempio, la consigliera arancione Daniela Ruffini.
FORESTA
Sempre restando in maggioranza, ad aderire al fronte del sì è, invece, il capogruppo di Area civica Antonio Foresta. «Qui nessuno vuole vivere di politica argomenta Foresta ma ai consiglieri va riconosciuto l'impegno necessario per partecipare a tutte le sedute. Credo che sia anche necessario valorizzare il ruolo di chi viene eletto dai cittadini aggiunge l'ex esponente dell' Udc Mi permetto di ricordare che, in un anno, per l'attività di tutti i consiglieri si spendono 90.000 euro. A fronte di questo, per pagare lo stipendio di un solo dirigente, di euro all'anno se ne spendono 140.000. Si tratta di un'evidente sproporzione che non valorizza la figura del consigliere».
TURRIN

Dalla maggioranza, all'opposizione, sulla stessa lunghezza d'onda troviamo anche Enrico Turrin. «Da quel che mi risulta - scandisce l'esponente di Libero arbitrio il valore del gettone è fermo da 15 anni. Di conseguenza, ipotizzare di rivederlo verso l'alto non mi pare una cosa così grave». «A Vicenza, che conta la metà dei nostri abitanti conclude Turrin l'emolumento corrisposto ai consiglieri è il doppio rispetto a quello padovano».
Alberto Rodighiero
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Il Gazzettino