«La Brexit? Nessun rischio immediato, se non per le conseguenze della svalutazione della sterlina ancora da verificare. Piuttosto, una forte preoccupazione sul medio termine. E...
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Diversa, invece, la valutazione di entrambi sui tempi più lunghi, per il serio timore che questa sia solo la prima di più auto-esclusioni, «considerato che ora a pensare ad analoghe consultazioni popolari sono la Svezia e l'Olanda».
Ma quanto valgono per Venezia e provincia l'import-export e il turismo britannici? In base ai dati diffusi dalla Camera di Commercio e risalenti al 2015, il Regno Unito è il quinto mercato a livello d'esportazioni (specie per bevande e prodotti alimentari, calzature, mobili, saponi, detergenti, cosmetici e metalli preziosi di base), con un volume d'affari di oltre 213,5 milioni di euro, pari al 4,9% del totale. Mentre quello delle importazioni (in particolare prodotti per la raffinazione del petrolio e chimici di base, seguiti da prodotti ittici e pesce) supera i 108,3 milioni, ossia il 2,2% dell'import provinciale. Quanto al turismo, la Gran Bretagna si conferma per Venezia un partner storico, detenendo il quarto posto tra i paesi stranieri con il 4,7% degli arrivi (405.542 persone) e il 3,8% delle presenze (1.323.090).
«È ancora presto per azzardare ipotesi. Ma quanto prima occorrerà studiare quali conseguenze avrà la svalutazione della sterlina sugli acquisti di nostri prodotti da parte dei britannici. E anche le ricadute sulle loro vacanze all'estero», aggiunge Crosta. Mentre per Scarpa, «l'effetto domino potrebbe avere conseguenze assai gravi per l'intero mercato turistico europeo, ora favorito da Schengen e dalla moneta unica. Non va dimenticato, infatti, che i paesi d'oltreoceano vedono quelli europei come una cosa sola, e godono di queste facilitazioni valide dappertutto o quasi. Ovvio che se l'Ue dovesse registrare ulteriori defezioni, ricadute negative le avremmo in tutta l'Europa comunitaria. Venezia compresa».
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Il Gazzettino