L'INTERVISTA TREVISO «Imbarazzante e raccapricciante». Sono le parole

L'INTERVISTA TREVISO «Imbarazzante e raccapricciante». Sono le parole
L'INTERVISTATREVISO «Imbarazzante e raccapricciante». Sono le parole scandite dal governatore Luca Zaia davanti alla decisione del ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, di...

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L'INTERVISTA
TREVISO «Imbarazzante e raccapricciante». Sono le parole scandite dal governatore Luca Zaia davanti alla decisione del ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, di bloccare il master plan per lo sviluppo dell'aeroporto di Treviso a un passo dal traguardo, rispendendolo alla commissione nazionale per la valutazione dell'impatto ambientale. Adesso si riparte con le valutazioni nonostante il doppio via libera tecnico che il progetto da 53 milioni di euro, studiato per arrivare a 22.500 voli all'anno, aveva già ottenuto dalla stessa commissione e dal ministero dei Beni culturali e del turismo. Il governatore mette nel mirino in particolare i grillini. «Si procrastina per non decidere attacca solamente nella repubblica delle banane si può arrivare a questi livelli».

Presidente Zaia, il Canova deve ripartire praticamente da capo.
«Quello che sta accadendo è a dir poco imbarazzante, se non proprio raccapricciante. Lo dico nel rispetto delle idee di tutti, senza voler fare polemiche. Il dossier dell'aeroporto attendeva una decisione da parte del ministero. Niente. Si resta sospesi e in attesa. Non essendoci stato un pronunciamento, non si può nemmeno far ricorso. Un no avrebbe almeno qualificato il centro decisionale come un centro che comunque qualcosa ha deciso. Invece si procrastina tutto. Siamo davanti a gente che governa il Paese tenendo sotto la scrivania la valigia pronta per tornare a casa. Non decidono niente. E allo stesso tempo mettono tutti nelle condizioni di non poter far nulla».
Alcuni la vedono come una decisione politica targata Movimento 5 Stelle. È dello stesso avviso?
«Su queste cose vediamo che c'è sempre lo zampino, l'assistenza morale, dei grillini. Guarda caso, ci sono sempre loro di mezzo: sull'aeroporto di Treviso, sulla Pedemontana Veneta e su tutto ciò che si muove. Ma possiamo partire dal presupposto che non necessariamente dove c'è un minimo di vita umana, un minimo di movimento antropico, c'è anche un ladro, un malaffare o un devastatore ambientale dietro l'angolo? Lo dico andando oltre alla questione dell'aeroporto. È un brutto segnale. È un atteggiamento pericoloso quello delle pratiche lasciate a sedimentare nella speranza che poi vengano prese in mano da altri. Se il massimo centro decisionale come il ministero dell'Ambiente dopo aver già analizzato i dossier dice che ha bisogno di approfondimenti, vuol dire che è finito tutto».
Vede analogie con la Pedemontana?
«Se fosse stato per i grillini avremmo ancora una ferita aperta nel territorio. Lo sanno tutti che tifano perché la Pedemontana non si completi mai. Il mantra per loro è uno solo: dove c'è una carriola c'è qualcuno che ruba. Che stiano attenti anche se si fanno la casa. Anzi, un avviso per tutti i muratori: attenzione a fare le case, perché se i grillini vedono malta vanno fuori di testa».
I parlamentari pentastellati che seguono la battaglia del comitato contro lo sviluppo del Canova dicono che è stata una decisione politica per permettere alla nuova commissione Via di rivalutare il master plan.
«Quindi i tecnici fanno politica? Interessante. Ricordo a tutti che la commissione Via in Regione Veneto ha zero rapporti con il sottoscritto e con la giunta. Non ho mai parlato con i componenti. Proprio perché penso che debbano restare completamente autonomi. Lo dice la legge. Quindi proprio non capisco la spiegazione. Il problema è che questo modo di fare rischia di diventare una pietra miliare vista la procedura che si sta mettendo in piedi. Cioè il non decidere. La decrescita felice. Ormai la si vede dappertutto».
Al governo, però, c'è anche il Partito democratico.
«Non ho ben capito se il Pd in questo governo faccia la stampella o se sia direttamente l'infortunato. Nell'esecutivo oggi sembrano essere ruoli intercambiabili».
A quanto pare hanno avuto un ruolo fondamentale le ultime osservazioni che il comitato di cittadini contro lo sviluppo del Canova ha inviato al ministero. Cosa ne pensa?
«Non sono fondamentalista e non sono un pasdaran. Da governatore dico solo una cosa: c'è una parte della cittadinanza che è contro l'aeroporto ed è giusto che persegua le proprie finalità, ma è anche giusto che la quasi totalità della comunità che è a favore dello sviluppo sia tutelata. Il sistema migliore è andare a vedere le carte. Non evitarlo procrastinando ogni cosa. Altrimenti si ha a che fare con un arbitro che fischia solo per uno, che invece di lasciar giocare e vedere chi vince, sospende la partita perché non ha ben capito se tutti i giocatori sono in perfetta forma fisica. Non funziona così».
Dopo la decisione del ministero, le categorie sono salite sulle barricate. Secondo uno studio di Ca' Foscari, l'impatto complessivo del Canova sfiora i 250 milioni di euro, che garantiscono oltre 4mila posti di lavoro. Come la vede dal punto di vista economico?

«Si rischia una figuraccia a livello internazionale. Qui ci saranno le Olimpiadi, i mondiali di sci e ci sono i patrimoni dell'umanità. Il Canova è strategico: con Venezia fa parte del terzo sistema aeroportuale d'Italia. L'aeroporto a Treviso è come una stazione dei taxi. Stiamo parlando dell'aeroporto di casa che ci ha fatto conoscere nel mondo e che ci ha permesso di internazionalizzare le imprese. Non si può giocare a non decidere».
Mauro Favaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino