L'INTERVISTA TREVISO Gian Paolo Gobbo è, da anni, il grande saggio cui tutti

L'INTERVISTA TREVISO Gian Paolo Gobbo è, da anni, il grande saggio cui tutti
L'INTERVISTATREVISO Gian Paolo Gobbo è, da anni, il grande saggio cui tutti si rivolgono quando nella Lega gli animi si scaldano troppo o quando all'orizzonte ci sono decisioni...

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L'INTERVISTA
TREVISO Gian Paolo Gobbo è, da anni, il grande saggio cui tutti si rivolgono quando nella Lega gli animi si scaldano troppo o quando all'orizzonte ci sono decisioni importanti da prendere. Una sua parola, un consiglio, sono cercati un po' da tutti. E avendo attraversato ogni fase della vita del Carroccio, avendone vissuto gli alti e i bassi, non si fa certo sorprendere dai fermenti di questa stagione di grandi cambiamenti e di molte tensioni.

Gobbo, come vede la Lega che si sta avvicinando alla festa nazione prevista nel fine settimana?
«Vedo una Lega in grande salute. E non potrebbe essere altrimenti considerato il periodo».
Non mancano però le fibrillazioni interne.
«Nulla di preoccupante. Sono movimenti che si ripetono ciclicamente, la cosa fondamentale è avere un segretario federale come Salvini che ha le idee chiare, sa quello che vuole e dove portare il movimento».
Sì, ma nella Marca si parla ancora di divisioni, di fazioni...
«Vivendo in questo movimento da tanto tempo posso assicurare che è sempre stato così. Dove ci sono tante persone unite da ideali comuni ma anche con idee diverse, non può essere altrimenti. Del resto la parola stessa, movimento, lascia intendere una certa vivacità, la presenza di discussioni. A mio modo di vedere tutte cose positive, da questo poi nasce la linea politico».
E rispetto alle divisioni del passato?
«La situazione di oggi non ha nulla, ma assolutamente nulla, a che vedere con quanto accaduto ai tempi di Tosi, tanto per dirne una. Adesso si discuterà anche, ma l'ortodossia della Lega rimane. Poi: i problemi ci sono sempre stati, ognuno è convinto di avere la verità in tasca. Ma a chiudere la bocca a tutti ci sono il segretario federale Salvini, quello nazionale Da Re non dimentichiamo nemmeno quel personaggio di livello assoluto che è il governatore Luca Zaia».
A proposito di Da Re: secondo lei dovrebbe candidarsi per le Europee o rimanere segretario nazionale della Lega, oppure commissario quando le segreterie verranno commissariate?
«Intanto tutti i segretari sono stati confermati fino a dopo le elezioni. Penso poi che uno come Da Re, considerando tutto quello che ha dato e che ha fatto per la Lega, debba essere lasciato nelle condizioni di poter decidere in piena autonomia cosa fare. Certo: se arriva la chiamata del segretario federale, si deve rispondere, così come accadeva anche con Bossi. E sulle candidature per le Europee è giusto che sia Salvini ad avere l'ultima parola».
Torniamo alla festa della Lega: sarà all'insegna dell'Autonomia?
«Ovviamente. Questa è la battaglia che sta portando avanti Zaia con tutto il nostro supporto. Si sta realizzando quello per cui abbiamo lottato per anni e che coinvolge anche tante altre regioni».
Ultima cosa: sta seguendo la polemica sui corsi di lingua e cultura veneta nelle scuole trevigiane?

«Sì, massima solidarietà alla giunta di Treviso. Relatori come l'avvocato Fogliata hanno la mia massima stima per gli studi che hanno compiuto sulla storia veneta. Una storia da insegnare e far conoscere».
P. Cal.
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Il Gazzettino